FUORILUOGO SLOVENIA: MEMORIE DI GUERRA SUL FRONTE

Slovenia: Javorca, santuario di montagna

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Nella remota valle del fiume Tolminka, non lontano dalle gole di Tolmin, si trova il santuario di Javorca, il più bel monumento della Prima Guerra Mondiale in terra slovena, una chiesa commemorativa dello Spirito Santo costruita dai soldati in memoria dei compagni caduti sul campo di battaglia. Qui si trovava il Fronte Isontino, un teatro di guerra e di dolore dove un secolo fa si scontrarono gli eserciti italiano e austro-ungarico, con enormi perdite. Tra una battaglia e l’altra, nel 1916 i combattenti austro-ungarici decisero di costruire un monumento che celebrasse gli amici morti valorosamente in questa valle così bella e così terribile. Tutti i membri della Brigata Alpina impegnata in questa zona parteciparono ai lavori: i mastri artigiani arruolati si occuparono dell’edificazione, il luogotenente e pittore viennese Remingus Geyling disegnò la struttura e gli interni. E così, in cima ad una collina stretta nella valle, sorse il santuario, piccola e semplice, con la parte inferiore in pietra e quella superiore in legno di larice. Le pareti interne sono ricoperte da assi di legno su cui sono stampati a fuoco i nomi dei 2564 caduti nei campi di battaglia intorno a Tolmin, così tanti che per farceli stare tutti, le assi si aprono come le pagine di un libro. Un messaggio di pace accoglie chi arriva in cima alla lunga scalinata che conduce alla chiesa, ma quello che colpisce di più è il colore blu degli interni, che avvolge tutto in un’atmosfera raccolta e commovente. Nonostante la croce in legno e i mosaici dedicati allo Spirito Santo, il santuario non appartiene a nessuna religione, ma a tutte, e ancora oggi vengono celebrate commemorazioni sia cattoliche, sia ortodosse.

Slovenia: memorie di guerra a Caporetto

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Ancora più in su lungo la valle dell’Isonzo si trova Kobarid, conosciuta nel mondo come la Caporetto che nel 1917 fu teatro della decisiva battaglia in cui gli eserciti alleati delle potenze centrali sconfissero l’esercito italiano. Quasi sempre chi abita qui ha un genitore, un nonno, uno zio o un parente morto durante la Grande Guerra e molti vanno in giro per i monti circostanti alla ricerca di elmetti, armi e segni della guerra. Se ne vedono un’ampia raccolta nelle sale del Museo della Prima Guerra Mondiale situato nel centro di Kobarid. Tre piani di foto, mappe, plastici, documenti e oggettistica per raccontare i 29 mesi di combattimenti e la vita quotidiana di chi stava nelle retrovie. Un documentario video prepara i visitatori rinfrescando loro la memoria sulla cronologia, e poi inizia il percorso attraverso una dozzina di sale tra esposizioni permanenti e temporanee. Sono molte le persone, specialmente gli studenti, che vengono qui per scoprire questo importante periodo storico, e anche i bambini vengono affascinati dalla serietà e dalla compostezza con cui è allestita l’esposizione. Un altro monumento da visitare per chi si appassiona alla storia di questi anni è il Sacrario di San Antonio da Padova, dove sono custodite le ossa degli oltre 7mila soldati italiani caduti durante la guerra, noti e ignoti, trasportati qui dai cimiteri militari dei dintorni in periodo fascista. Si tratta di una costruzione geometrica che fa da base alla chiesa bianca, che domina la città di Caporetto dall’alto di un colle.

Slovenia: il Sentiero della Pace, la storia sui monti

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Per ricordare quegli orribili anni in cui la valle del Soča fu trasformata in un grande campo di battaglia tra gli eserciti italiano, austro-ungarico e tedesco, nel 2000 è stata istituita la Fondazione Le Vie della Pace dell’Alto Isonzo, che si occupa della manutenzione e del restauro di molte aree del fronte, rendendole visitabili. L’associazione, infatti, organizza diverse camminate a piedi con l’accompagnamento di una guida lungo alcuni tratti della Via della Pace (Pot Miru), un itinerario di 100 km che segue la linea del fronte isontino da Log pod Mangartom, a nord, fino al colle di Mengore, vicino a Tolmin, e che sta sviluppando nuove tappe per completare il tratto e raggiungere l’Adriatico, in collaborazione con l’Italia. È possibile programmare un viaggio a piedi seguendo le vie che usavano i soldati per raggiungere le loro postazioni, spostarsi da un lato all’altro del confine lungo i sentieri di crinale, esplorare le trincee, capire le dinamiche della guerra e attraversare i luoghi dove un secolo fa si combatteva senza sosta. Tra le visite guidate, sulle alture sopra a Kobarid si trova il museo all’aperto transfrontaliero Kolovrat, un breve percorso a circa 2mila metri attraverso parte della terza linea difensiva italiana, con punti di comando e di osservazione, postazioni per mitragliatrici ed artiglieria, caverne e una rete di trincee riportate alla luce come erano un secolo fa. Sulla vetta sopra a questa città militare sotterranea corre il confine con l’Italia, così come è stato stabilito dai trattati del 1947. Da questa cresta si gode di una vista stupenda su tutta la valle dell’Isonzo, sul  Friuli Venezia Giulia e, nelle giornate più limpide, fino al mare, e ci si rende conto di cosa, forse, poteva dare un po’ di sollievo ai soldati che facevano la guerra qui.

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