ATLANTA: GEORGIA ON MY MIND

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Lo cantava Ray Charles con la sua voce suadente, “Georgia is on my mind”. Ma se pensate di mettere piede in Georgia ed essere accolti da musica soul, pianoforte, sax e cori gospel, siete fuori strada.

Quella che un tempo era la capitale della cultura afroamericana e fulcro dei movimenti di rivendicazione dei diritti civili capitanati da Martin Luther King Jr, oggi si è trasformata in una moderna metropoli tutta insegne luminose e movimento.

Dove prima si suonava jazz, oggi si balla a ritmo sfrenato con movimenti delle braccia e shakeramento di glutei. Niente più smoking, cravattini e bombette, ma magliette big size, occhiali da sole, cappellini con la visiera e pesanti collane dorate.

La cultura afroamericana resta, indelebile, tra le strade di quartieri come Sweet Auburn e i dintorni, nelle case delle nonne e nell’annuale Black Arts Festival, ma non solo. Si è evoluta e ha raggiunto il mondo intero con i suoi ritmi da ballare, prima con l’hip hop, poi con il rap e infine con la musica crunk, la passione elettronica delle nuove generazioni.

Da qualche decennio, con i suoi sound coinvolgenti la musica black ha creato uno stile di vita da imitare indipendentemente dal colore della pelle. Tutti in discoteca, allora.

Leggi il reportage “Atlanta. Sogno frizzante” su Latitudeslife.com

 

 

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