FUORILUOGO A MERANO (2)

Merano: niente neve in Val d’Ultimo, per ora

Non c’é neve nella Val d’Ultimo, solamente i resti di una spruzzata bianca di qualche mese fa. Per noi che dovevamo passeggiare su un sentiero all’ombra é stato meglio così, anche se lo spettacolo sarebbe stato diverso, con la seggiovia in funzione e gli sciatori di passaggio verso le vette alte fino a oltre 2500 metri e un comprensorio di 25 km di piste. Dicono che si tingerà tutto lunedì ma Sepp, la guida dai capelli argentei che ci ha accompagnato per questa escursione a fondo valle, é scettico. Meglio non pensarci e continuare a camminare: in ogni caso, prima o poi la neve arriverà.
Proseguendo lungo campi di tisane biologiche, tra assaggi di storia e aneddoti sui metodi di costruzione delle case qui intorno, abbiamo visto un gruppetto di bambini che giocavano allegramente in un fienile. Ci piace questo Alto Adige.

 

Merano: avete mai visto una palla di Natale così?

Avete mai visto una palla così grande? Noi ci siamo entrate dentro. Nella piazza delle Terme di Merano, quest’anno hanno allestito un ristorante speciale, chiamato Thermen Kugln. Quattro palle di Natale, rossa, gialla, verde e blu, ognuna con un tavolo da dieci persone. Abbiamo cenato con carpaccio di carre e insalatina, ravioli ricotta e spinaci, tagliata con le erbette, purea al prezzemolo e verdurine. Per concludere, crespelle di mele e cioccolato con gelato di castagne.

 

Merano: un monte preciso

La montagna che intravedete sotto a quelle nuvole -che tra l’altro promettono neve – si chiama Tschigot, ed é una vetta speciale. Domina il paese di Lagundo e lo protegge dalle correnti fredde che arrivano dall’Austria, regalando un clima più favorevole rispetto alle altre località. Qui vicino si aggirava Oetzi, l’uomo delle nevi di cinquemila anni fa, ritrovato in Val Senales per caso da due sciatori e ora esposto in un museo a Bolzano. Una scoperta davvero interessante per la storia, grazie al ghiaccio che lo ha conservato meglio delle mummie egizie e ha permesso agli scienziati di ricostruirne il volto in occasione del ventennale dal suo ritrovamento. Ritornando al monte dal nome strano, é così originale perché misura esattamente tremila metri. Spaccati.

 

Merano: nella stalla con le mucche come Heidi

Questa é una mamma con il suo piccolo nato la settimana scorsa. Nella stalla del Niedersteinhof a San Leonardo in Val Passiria, ci sono sedici mucche, di cui dieci producono il latte che la famiglia Moosmair porta alla latteria di San Martino per fare il formaggio bio. Al piano di sopra, nel fienile, ci sono sei quintali di fieno che il signor Walter va a raccogliere ogni estate nel suo terreno di dieci ettari a oltre duemila metri, per fare cuscini e sacchetti da rivendere alle terme e agli hotel per fare trattamenti e prodotti per il corpo.

Passare dall’aria di stalla al profumo di fieno é davvero rigenerante. Ecco il macchinario con cui Walter impacchetta il fieno, in buste da immergere nell’acqua calda come per fare il té, ma dove invece immergersi con tutto il corpo in fase di relax… Peccato non ci facciano provare…

 

Merano: come si fanno i würstel?

Ecco un maiale, probabilmente non arriverà a Natale. Detta così sembra cattiva, ma é vero. “E poi, bisogna mangiare”, ha detto Walter il contadino della Val Passiria che abbiamo incontrato oggi. Appena pochi giorni fa sua madre ha fatto i würstel e lo speck e li ha messi ad affumicare in una stanza apposita nella mansarda di casa. Si appendono a dei ganci, ogni giorno si accende un piccolo fuoco di ginepro sotto e si lasciano ad affumicare da uno a quattro giorni. Lo speck, invece, deve stagionare di più. Ora li assaggiamo…

 

 

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