FUORILUOGO A MERANO (3)

Merano: passeggiata, baita e slitta

Una passeggiata su un sentiero bianco e soffice, nel silenzio ovattato delle montagne imbiancate, non ha prezzo. Respirare l’aria pura e riempirsi gli occhi di questo spettacolo fa sopportare le temperature più fredde. Dopo un’ora di camminata e mille metri di dislivello, un grappino di Sambuca in una baita calda sembra la cosa più piacevole del mondo.
Al limite della Val Passiria, appena prima del confine con l’Austria, c’é il Plan, un paesino piccolo piccolo a 1600 metri. Soltanto i residenti e gli ospiti possono entrare con l’auto, mentre chi arriva in visita deve parcheggiare fuori e muoversi a piedi, con gli sci di fondo, le ciaspole o il bus navetta gratuito. Noi abbiamo scelto il primo all’andata e la slitta trainata da cavalli al ritorno. Non so in quale dei due abbiamo rischiato maggiormente di finire con le gambe all’aria.

 

Merano: e questo che cos’é?

Che cosa vi sembra questo piatto? Siamo a Lagundo, nel ristorante Leiter am Waal, con vista sulla Val d’Ultimo che cucina piatti tradizionali rivisitati in chiave moderna. Qui siamo al dolce… Ravioli di pere secche e ricotta con gelato allo yogurt, il tutto guarnito con chicchi di melograno, kiwi e mandarino. Giorgia lo ha spazzolato, a Francesca proprio non piaceva e ha mangiato solo il gelato. Voi che ne dite?

 

 

Merano: nel rispetto della natura

Una delle cose che più disturbano quando si va in hotel, sono gli sprechi. In particolare, i campioncini di sapone: una bottiglietta per lo shampoo, una per il bagnoschiuma, una per la crema, una saponetta per le mani. Chi di voi non ne ha mai preso un paio perché sono così comodi quando si va in piscina? Quella che vedete nella foto é l’etichetta del sapone che abbiamo trovato in camera. L’unico. Così la si spreca di meno e la natura é più contenta.

FUORILUOGO A MERANO (2)

Merano: niente neve in Val d’Ultimo, per ora

Non c’é neve nella Val d’Ultimo, solamente i resti di una spruzzata bianca di qualche mese fa. Per noi che dovevamo passeggiare su un sentiero all’ombra é stato meglio così, anche se lo spettacolo sarebbe stato diverso, con la seggiovia in funzione e gli sciatori di passaggio verso le vette alte fino a oltre 2500 metri e un comprensorio di 25 km di piste. Dicono che si tingerà tutto lunedì ma Sepp, la guida dai capelli argentei che ci ha accompagnato per questa escursione a fondo valle, é scettico. Meglio non pensarci e continuare a camminare: in ogni caso, prima o poi la neve arriverà.
Proseguendo lungo campi di tisane biologiche, tra assaggi di storia e aneddoti sui metodi di costruzione delle case qui intorno, abbiamo visto un gruppetto di bambini che giocavano allegramente in un fienile. Ci piace questo Alto Adige.

 

Merano: avete mai visto una palla di Natale così?

Avete mai visto una palla così grande? Noi ci siamo entrate dentro. Nella piazza delle Terme di Merano, quest’anno hanno allestito un ristorante speciale, chiamato Thermen Kugln. Quattro palle di Natale, rossa, gialla, verde e blu, ognuna con un tavolo da dieci persone. Abbiamo cenato con carpaccio di carre e insalatina, ravioli ricotta e spinaci, tagliata con le erbette, purea al prezzemolo e verdurine. Per concludere, crespelle di mele e cioccolato con gelato di castagne.

 

Merano: un monte preciso

La montagna che intravedete sotto a quelle nuvole -che tra l’altro promettono neve – si chiama Tschigot, ed é una vetta speciale. Domina il paese di Lagundo e lo protegge dalle correnti fredde che arrivano dall’Austria, regalando un clima più favorevole rispetto alle altre località. Qui vicino si aggirava Oetzi, l’uomo delle nevi di cinquemila anni fa, ritrovato in Val Senales per caso da due sciatori e ora esposto in un museo a Bolzano. Una scoperta davvero interessante per la storia, grazie al ghiaccio che lo ha conservato meglio delle mummie egizie e ha permesso agli scienziati di ricostruirne il volto in occasione del ventennale dal suo ritrovamento. Ritornando al monte dal nome strano, é così originale perché misura esattamente tremila metri. Spaccati.

 

Merano: nella stalla con le mucche come Heidi

Questa é una mamma con il suo piccolo nato la settimana scorsa. Nella stalla del Niedersteinhof a San Leonardo in Val Passiria, ci sono sedici mucche, di cui dieci producono il latte che la famiglia Moosmair porta alla latteria di San Martino per fare il formaggio bio. Al piano di sopra, nel fienile, ci sono sei quintali di fieno che il signor Walter va a raccogliere ogni estate nel suo terreno di dieci ettari a oltre duemila metri, per fare cuscini e sacchetti da rivendere alle terme e agli hotel per fare trattamenti e prodotti per il corpo.

Passare dall’aria di stalla al profumo di fieno é davvero rigenerante. Ecco il macchinario con cui Walter impacchetta il fieno, in buste da immergere nell’acqua calda come per fare il té, ma dove invece immergersi con tutto il corpo in fase di relax… Peccato non ci facciano provare…

 

Merano: come si fanno i würstel?

Ecco un maiale, probabilmente non arriverà a Natale. Detta così sembra cattiva, ma é vero. “E poi, bisogna mangiare”, ha detto Walter il contadino della Val Passiria che abbiamo incontrato oggi. Appena pochi giorni fa sua madre ha fatto i würstel e lo speck e li ha messi ad affumicare in una stanza apposita nella mansarda di casa. Si appendono a dei ganci, ogni giorno si accende un piccolo fuoco di ginepro sotto e si lasciano ad affumicare da uno a quattro giorni. Lo speck, invece, deve stagionare di più. Ora li assaggiamo…

 

 

FUORILUOGO A MERANO

La seconda esperienza, fatta a inizio dicembre insieme alla mia collega Francesca. Un mix tra blog trip e viaggio stampa, con colleghi giovani e divertenti, nel contesto spettacolare del Sudtirolo. Scuola di canederli, cena in delle palle natalizie, un mercatino allestito in un castello, una passeggiata nella neve con rientro in slitta trainata da cavalli. Eccolo qui.

Merano: bastano questi maglioni?

Eccomi di nuovo alle prese con l’armadio, questa volta alla ricerca di maglioni pesanti, sciarpe e cappellini per resistere al gelo dell’Alto Adige. Giá, perché domani io e Francesca partiamo per la bella e fredda Merano, con i suoi mercatini natalizi, i suoi gustosissimi piatti tipici e le sue tradizioni da scoprire. Ma soprattutto, il paesaggio… Anche se significherebbe più freddo, incrociate le dita insieme a noi perché stanotte una bella nevicata imbianchi le montagne e il paese per regalarci uno spettacolo ancora migliore. Che ne dici Fra?

Merano: ecco un costume adatto

Ma che valigia… freddolose come siamo, io e Francesca dovremmo metterci piuttosto i Tracht, gli abiti tradizionali Altoatesini. Camicetta bianca, possibilmente di lino bordato con pizzi lavorati al tombolo, un corpetto rigido e la pettorina a forma di cuore. Tutto orlato con nastri e cordoncini variopiniti. Sotto, una gonna di Wiefling (un misto di lino e lana) plissettata e ampia almeno 2,5 metri, calze pesanti lavorate all’uncinetto e scarpe nere bordate di rosso. L’Alto Adige ha una vastità di costumi e abiti tradizionali pari, probabilmente, soltanto al numero delle sue valli. Fin dai tempi dell’imperatrice Maria Teresia d’Austria, ogni parrocchia utilizza colori e ornamenti differenti, in una vera e propria “moda contadina”. Per poterli indossare ancora oggi senza sembrare marionette, è stata lanciata una versione semplificata, più sobria e adatta a tutti i giorni. E poi ci sono le necessità metereologiche: queste signore, infatti, si sono concesse un maglioncino per combattere il freddo, ovviamente in tinta.

Merano: accolte al calduccio

Appena arrivate in terra altoatesina, la sensazione di trovarsi in un luogo diverso é immediata. Paese curatissimo, mille luci sugli alberi e sulle case, atmosfera natalizia. E poi, un’accoglienza quasi esagerata. Nella hall dell’albergo ci ha dato il benvenuto una signora bionda sorridente nel suo abito tradizionale rosso. Diceva cose carine, peccato che non si capisse niente perché era in dialetto locale.

Merano: buongiorno montagne

Dopo una nottata alle prese con il riscaldamento a temperature tropicali e con il piumone caldissimo, ci svegliamo con questo spettacolo. Quanto é bella la montagna. E a colazione, pane ai cereali, frutta, marmellate della nonna ai frutti di bosco, lamponi, albicocca… e poi torte fatte in casa, magari dalle manine della signora di ieri, che stamani sparecchia in borghese.

Merano: scuola di canederli

Oggi abbiamo imparato a fare i canederli, un piatto altoatesino davvero ipercalorico. Una coppia di simpatici contadini d’altri tempi ci hanno insegnato a prepararli nel loro maso di legno tra le montagne della Val d’Ultimo. Francesca sta amalgamando pane secco, uova, prezzemolo, speck e farina. Poi con l’impasto abbiamo fatto delle polpette che, cotte nel brodo di carne, erano una favola. C’é voluta una lunga passeggiata per digerire tutto.

MERANO: ASFALTART, IL FESTIVAL DEGLI ARTISTI DI STRADA

Una festa che dura un weekend, con giocolieri, clown, ballerini che danzano in un grande teatro a cielo aperto: dal 15 al 17 giugno Merano si riempirà di artisti di strada per la sesta edizione del Festival Asfaltart.

Acrobati, burattinai, trampolieri, mangiafuoco, teatranti, musicisti e poeti si esibiranno qua e là per le affascinanti strade della città, trasformandolo in un suggestivo palcoscenico.

Più di 20 compagnie di professionisti e oltre 100 spettacoli per un finesettimana all’insegna dell’arte alla portata di tutti, in un contesto accogliente e riposante come l’Alto Adige.

Sarete incantati da nomi noti come quello della compagnia di circo contemporaneo belga El Grito, che anticiperà la vera e propria inaugurazione del festival esibendosi già giovedì sera con il sorprendente e originalissimo spettacolo “20Decibel – non c’è storia senza ascolto”.

Venerdì, poi, si parte con una parata di acrobati e giocolieri nel centro storico, che daranno il via a questa sesta edizione del Festival Asfaltart, e poi via con una performance dopo l’altra, in un’esplosione di colori e suoni che vivacizzano l’atmosfera gioiosa che accompagna questo circuito di arte “alternativa”.

Tra le tante compagnie che si esibiranno, potrete ammirare le abilità degli artisti del Teatro Necessario, con il nuovo spettacolo “Nuova Barberia Carloni”, gli Jashagwronsky Brothers con lo spettacolo-concerto “Radio Armeniac” e i tedeschi del Theater Pikante con la performance itinerante “die Waldameisen auf Stadtgang”.  Per gli amanti delle fiamme, il Teatro dei Venti presenterà in Piazza delle Terme l’infuocato spettacolo su trampoli“il Draaago”.

Ma non è finita: ad accompagnare tutto l’evento ci saranno le canzoni della Zastava Orkestar, che animerà con le suemusiche sfrenate tutto il centro città.

Oltre agli spettacoli, anche quest’anno ci saranno sorprese come il mercatino clandestino in Corso Libertà, dove potrete comprare oggetti curiosi e ricordi di questo weekend, e il punto gastronomico sulla passeggiata, per assaggiare i gustosi prodotti tipici che trovate anche nei migliori ristoranti della zona. E ancora, potrete assistere ai concerti delle Band del Liceo Pedagogico “Josef Ferrari” e visitare lo spazio OFF, un’area dedicata a tutti coloro che desiderano esibirsi per gioco.

Articolo pubblicato su Latitudeslife.com

MERANO: NEVE DA VIVERE A PLAN, IN VAL PASSIRIA

Nello scenario incantato ai piedi delle Dolomiti, una passeggiata sulla neve è il modo migliore per vivere la magia dell’Alto Adige e immergersi nella natura immobile e bianca della valle, lontano dalla frenesia della città.

La temperatura è sempre più fredda, mentre l’auto si arrampica in questa stradina tortuosa tra i pendii innevati e, con il naso contro il finestrino, riesco a scorgere le vette dell’alta Val Passiria bucare le nuvole.

Lassù, c’è Plan: un paesino a 1600 metri nel parco naturale del Gruppo Tessa, sull’ultimo lembo di Alto Adige al confine con l’Austria. La località è conosciuta dagli amanti degli sport invernali, perché nei 10 chilometri di tracciati che attraversano l’estremità della valle, la neve non manca mai.

Da lontano si vedono dei puntini scivolare sulle piste appena spianate, esili figure danzanti che si lanciano leggere sulle lamine di lunghi sci. Arrivati al paese, dobbiamo parcheggiare in un piazzale e continuare a piedi. Niente smog in questa isola pedonale dove il tempo si è fermato: solo ciaspole, scarponcini imbottiti, sci, slittini e cavalli. Mentre gruppi di gente coloratadei toni più sgargianti ci passano davanti con gli abbonamenti in mano, ci avviamo all’ingresso del paese.

Un cartello di legno annuncia l’inizio del sentiero Lazins Spronserjoch, dal nome del rifugio dove siamo diretti. Percorrendo tutto il tracciato, a oltre 2500 metri d’altezza, si arriva al passo Sopranes, dove ci sono ben dieci laghi d’altura, il più esteso gruppo lacustre della regione. Soprattutto nella bella stagione, frotte di escursionisti si avventurano lassù per riempirsi gli occhi con queste pozzanghere giganti incastonate tra le montagne.

Non arriveremo così in alto, purtroppo. Solo una passeggiata tranquilla nella neve.

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