UN WEEKEND NELLE TERRE DI SIENA

“Hai voglia di andare a mollo il prossimo weekend?”, mi ha chiesto il mio capo una decina di giorni fa… “Mollo? E dov’è?”, rispondo io, e poi capisco che si tratta di un viaggio stampa – ora li chiamano educational, chissà perché – nelle Terre di Siena, passando da un centro termale all’altro. E così ho messo un costume in valigia e venerdì mattina sono partita alla volta della bassa Toscana, attraversando colli stupendi e verde a perdita d’occhio, con tanta voglia di visitare un posto nuovo e di rilassarmi un po’, che fa sempre bene.

Prima tappa Chianciano Terme con un percorso benessere in una struttura modernissima e curata, poi un bagno nella piscina all’aperto delle Terme di San Filippo, centro termale un po’ vintage e conosciuto per le proprietà curative dell’acqua ad alto contenuto di zolfo, e infine Bagni Vignoni, uno splendido borgo che ruota intorno a una piscina di acqua calda, su cui si affaccia un boutique hotel con centro termale dove coccolarsi con bagni, sauna e tisane.

In questi giorni ho anche avuto il tempo di fare nuove amicizie, di gustare la ghiotta cucina del luogo – anche troppo – e di vedere affascinanti quanto originali punti d’interesse, come la miniera di Abbadia San Salvatore, che ho visitato con la guida del signor Paolo, un mitico minatore di 80 anni che mi ha affascinata con i suoi racconti e il suo carisma – di sicuro ve ne parlerò più avanti. Memorabile anche la visita all’Abbazia di San Salvatore e della cripta longobarda che vi sta sotto, davvero suggestiva con le sue tante colonne in stile romanico.

Sono tornata domenica sera e se chiudo gli occhi, ho ancora in mente i paesaggi verdi che circondano il Monte Amiata e la campagna toscana. Nei prossimi giorni pubblicherò i miei FuoriLuogo, le corrispondenze che ho pubblicato durante il viaggio su Latitudeslife.com.

HAPPY HOUR A MILANO

Se c’è una cosa a cui i milanesi non possono rinunciare è l’happy hour, un aperitivo a buffet dalle dimensioni di una cena, con piatti di ogni genere, dalle lasagne al cous cous, dalle polpette di carne al pesce, dalle torte salate a quelle dolci. E ancora, sushi, pizza appena sfornata, focacce di ogni tipo, formaggi, crudité, frittelle, risotti e pasta di ogni tipo: tutto accessibile al prezzo di un drink, che generalmente va da 8 a 15 euro, secondo il posto.

Tra le cucine meglio fornite, c’è la zona vicino alle Colonne di San Lorenzo, luogo molto frequentato dai giovani, situato alla fine di via Torino, la via che dal Duomo scende verso i navigli. Qui, si trova il ristorante spagnolo Tasca, che è diventato molto di moda per gli aperitivi a base di vino, sangria e salumi, e anche un quartiere intero ai cui angoli mangiare piatti originali e saporiti. I due locali migliori sono il Cheese, con grandi vetrate, bicchieri giganti e ambiente accogliente, e l’Hora Feliz, più informale ma talmente frequentato da prendere prenotazioni.

Spostandosi verso i navigli, ci si può abbuffare a volontà sul primo barcone che si incontra: si chiama Roxanne ed è un bar galleggiante dove i piatti  del buffet vengono costantemente ricambiati per non lasciare nessuno a bocca asciutta. Coinvolgente l’atmosfera sul naviglio grande, dove non è facile scegliere il locale migliore per l’aperitivo: citiamo lo Spritz, sul lato sud, specializzato nel cocktail arancione in molte varianti, e il vicino Ringhiera, con un buffet meno abbondante ma ampio spazio all’esterno.

Si prendono eccellenti happy hour anche in corso Sempione, vicino all’Arco della Pace, soprattutto all’indiano Bhangra Bar, dove i piatti etnici si sposano perfettamente con i baldacchini e i cuscini colorati, e al Cream, dove bere i cocktail al gelato, in estate.

In zona Brera, aperitivo grandioso all’Obika, che unisce un ricco buffet a un ambiente moderno dagli spazi immensi, e al Wasabi, per chi ama il sushi.

Sempre per gli amanti del pesce, vicino a Porta Venezia si mangiano deliziose crudité di mare al Pesce Ubriaco, pescheria di giorno con pochi tavoli e ottimo vino. Non molto lontano, invece, un altro locale dove abbuffarsi con portate di ogni genere, è il Ciu’s, vicino alla famosa pizzeria Spontini.

Come diceva Ligabue, “sei già dentro l’happy hour”…

MILANO MILANO

Vivo a Milano ormai da cinque anni e non ho ancora scritto niente di questa città che mi ha affascinata sin dal primo momento e con cui ho un rapporto molto lunatico. Mi ha stregata con il Castello Sforzesco, Parco Sempione e il maestoso Arco della Pace, e poi la potenza del Duomo, lo sfarzo della Galleria e la pace inaspettata di piazza della Scala la mattina. E ancora, il reticoli di viuzze a Brera, le case liberty negli angoli più impensati, i giardini che si intravedono dai tetti, i navigli illuminati la sera, i tram vecchi, con i sedili in legno, il rito dell’happy hour. E poi i negozi sempre aperti, le vetrine dal fascino inarrestabile, l’energia che si respira nell’aria, le università, le strade “a cerchietti” che, come dice mio fratello, ricordano un’arancia.

Mi ha schiacciata, stressata  e intristita con il freddo delle giornate invernali, con le ore passate sui mezzi pubblici, con le piste ciclabili a singhiozzo, con il traffico delle ore di punta, i piccioni, lo smog, l’inarrestabile corsa cui partecipiamo tutte le volte che usciamo di casa, la lontananza dal mare.

Appena posso me ne vado via, ma alla fine torno sempre: nonostante tutto, Milano mi ha saputa accogliere e offrire tanto. Una metropoli che non si ferma mai, dove tutti hanno fretta e fanno mille cose: visti da fuori sembrano schizzati, ma in realtà sono molto efficienti e seri nel lavoro. La sera, poi, c’è sempre l’imbarazzo della scelta sulle cose da fare. Ci credete che in tutti questi anni non ho fatto neanche la metà di quello che si potrebbe fare?

Qualcosa, però, ho capito di questa città che amo e che odio allo stesso tempo. Non spaventatevi e non annoiatevi, quindi, se nei prossimi giorni pubblicherò una serie di articoli con i miei consigli di itinerari per vivere Milano al meglio. Prima o poi andava fatto.

THE EGG TIMER

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Today I want to introduce to you a small but very useful tool that totally changed my life as a goofy cook into a smart one. It’s the egg timer.
How long does it take to boil eggs at the right point? And what if I want the red part to stay a little soft, perfect to eat with a spoon?
I don’t know, really. I’ve asked my mom, my friends and housemates, but everyone gave me a different answer. Someone said 8 minutes, someone said 5, someone simply didn’t care.
Now that I have the egg timer, I don’t care as well: my little plastic egg tells me. I just have to put it in the boiling water together with the eggs and check it sometimes. A red circle gets smaller as it cooks, progressively reaching three steps: soft, medium and hard. Easy.

COOKING TIPS: GREEK COUS COUS

 

What you need

–          4 tomatoes
–          2 cocumbers
–          3 spoons of black olives (pitted)
–          200 g of greek feta cheese
–          300 g cous cous
–          Extra virgin olive oil

 

How to prepare

Wash well the cocumbers and cut them in slices and dispose them in a large dish. Sprinkle some salt on the slices and let it rest for 10 minutes. They will flavor and loose some water.

On side, wash the tomatoes and cut them into small pieces. Put them in a bowl and add oil, olives and salt. Cut the feta into small pieces and add it to the mix.

Put the cous cous in a bowl and slowly add boiling water. Do it very very slowly while you mix it and stop sometimes to let the cous cous absorb the water and cook. Taste it sometimes, just to be sure it is not too fluffy.

Dry the cocumbers and put them in the bowl with tomatoes and olives, wait until the cous cous is cold and add it to the mixture. Ready to eat?