Surfing on cultural waves

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Everyone can publish online. You can post your photos on Facebook and Instagram, you can throw stones on Twitter, write a blog, upload a video on Youtube. However, informative publishing is different. Take some interesting piece of knowledge, analyze it, find the story in it and tell it in an attractive and insightful way is much better in terms of cultural growth, but also much more complicated. And the new media technologies let us do all this in such fabulous ways.

There’s an ocean of possibilities. Cultural institutions like museums, galleries, archives and libraries are an incredible source of knowledge that is there, ready to be turned on, remixed and shared.

Institutions like the Rijksmuseum in Amsterdam decided to surf the wave and communicate more effectively through new resources and innovative strategic plans. With a new website, specific web-based initiatives and revolutionary ideas like making the entire collection available online, including a nice tool to create and download a personalized wallpaper, the Rijksmuseum substantially increased its attendance and became one of the most visited museums in the world, “a world class institution of Art and History”. As the Chairman of the museum’s Board wrote after the departure of the protagonist of this revolution Wim Pijbes in 2016, “Following the April 2013 reopening the visitor numbers doubled to 2.4 million in 2015. Youth attendance more than doubled, reaching 325,000 in the last year. The special attention given to innovative forms of education has become one of the corner stones of attracting future generations.” This means not only more audience engagement and the speed of culture, but also more tickets and more money for the museum and the economy.

Imagine what would happen if every cultural institution in the world, from the smallest to the largest, would do the same thing, or even better. Providing insights and attractive content like this beautiful digital exhibition from the Städel Museum in Frankfurt on Monet and Impressionism or the one from the MOMA in New York on Jacob Lawrence’s Migration Series and this engaging web-based project for kids #metkids by the Metropolitan Museum of Art in New York.

Hopefully we will get there.

Also, I invite you to visit the digital exhibition that I created for the APICE archive of the University of Milan, titled “John Alcorn Graphic and Illustrator“: click here and enjoy.

The wanderer approach to culture

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Why are we so happy and engaged with cultural heritage when we are traveling and we are so unresponsive when we are at home?

Concentrated in our everyday buzz, we live floating in a timeless and placeless bubble. Have you ever seen a tourist staring in front of a building that you walk through every day without even noticing its uniqueness? As they wander with exploring eyes, they make discoveries and appreciate every detail. Instead, when we are familiar with things, we don’t value them. Especially in Italy, we are so used to see statues and pieces of art, that we don’t care. But what if we change this approach?

We need to wear the wanderer’s glasses. In every travel guide, the top tourist attractions are museums, statues, buildings, squares, parks. Beyond being an extraordinary opportunity to experience beauty and diversity, seeing those items creates emotional responses that would leave the person with a memory – and hopefully some knowledge about the past and culture of the place – that will last over time. Moreover, such feelings aroused will facilitate emotional purchases and, ultimately, will bring money. It’s easy to understand why cultural policies of museums and municipalities mostly concentrate their actions on touristic offer. Nevertheless, we need to do something to prevent the worrying disneyization of historic city centers (see “The Disneyization of society” by sociologist Alan Bryman – maybe I’ll write another post on this). And we don’t really want to end up with the most beautiful urban areas in the world transformed in luna parks for tourists, right? Look at Florence, for example. People living in the historic city center hate tourists and avoid the most crowded areas, meaning a very large part of the old city and, of course, museums.

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Statistics say, museums are mostly attended by tourists and one of the challenges of every cultural institution today is to attract residents, people who don’t even think of those institutions as places to go. What if we design inclusive cultural offers that change this perspective? What if we rethink the way knowledge is seen outside schools? What if we shape intriguing experiences that would invite people to actively participate?

We need a multidisciplinary approach and new professionals to make museums and cultural institutions a real service for the community. A place where everyone can share culture, learn something new, make friends, feed his brain, feel amazement and, therefore, come back to.

Amazement will make us wanderers in our cities.

INDIA, IL GOLDEN TRIANGLE E IL TAJ MAHAL

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Il Taj Mahal è il monumento più famoso dell’India: con le sue eleganti linee in marmo bianco, il mausoleo è Patrimonio dell’Umanità UNESCO ed è stato inserito tra le 7 meraviglie del mondo moderno. Si trova ad Agra, nello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, e fa parte delle tappe classiche del Golden Triangle, l’itinerario classico che tocca anche Delhi e Jaipur.

Fatto costruire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, è la più grandiosa e meglio conservata tomba al mondo.

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CAPITALE DELLA CULTURA 2013: MARSIGLIA DA VEDERE

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Se siete alla ricerca di una destinazione per il vostro prossimo viaggio, un luogo che unisca cultura e divertimento in un contesto affascinante, Marsiglia è la città che fa per voi. Capitale della Cultura 2013, Marsiglia è una metropoli all’avanguardia, circondata dalle splendide campagne della Provenza e affacciata sul mare cristallino della Costa Azzurra.

Per un intero anno, il territorio della Provenza sarà costellato da oltre 500 eventi culturali per scoprire l’eccellenza artistica dell’Europa e del Mediterraneo con musica, danza, mostre, spettacoli circensi, cucina e teatro. Un’occasione impedibile per organizzare un viaggio nel sud della Francia e per scoprire una Marsiglia di arte e cultura, ma anche per visitare tutta la regione, da Arles, amata da Van Gogh, a Aix-en Provence, dalla Montagna Saint-Victoire, ritratta più e più volte da Cézanne alle campagne che hanno ispirato gli impressionisti con i loro colori e i profumi genuini.

L’anno della Capitale della Cultura si costruisce come una grande storia-spettacolo costituita da tre episodi: da gennaio a maggio, protagoniste sono le tradizioni di ospitalità, cosmopolitismo e culture urbane, da giugno ad agosto, è la volta di itinerari, festival e spettacoli sotto le stelle, mentre i mesi da settembre a dicembre sono dedicati alla gastronomia, al vivere insieme e alla convivialità.

Le iniziative di Marseille-Provence 2013 partiranno il 12 gennaio ad Aix-en-Provence, con uno spettacolo danzante della flotta acrobatica dell’Aviazione francese, che sorvolerà la zona piroettando nel cielo una coreografia di voli parabolici, mentre la città ospiterà opere di artisti internazionali. Lo stesso giorno, Marsiglia si accenderà con uno spettacolo di luci e suoni proiettati lungo la zona costiera e sul Vecchio Porto. Domenica, poi, seguiranno serate di apertura anche a La Ciotat e alla pittoresca Arles.

Tra gli eventi più interessanti, sono da ricordare le mostre “Il Grande Atelier del Midi”, dal 13 giugno al 13 ottobre: al Museo di Belle Arti di Marsiglia, è in programma “Da Van Gogh a Bonnard”, mentre al Museo Granet diAix-en-Provence, si potrà vedere l’esposizione “Da Cézanne a Matisse”. E ancora, a Martigues, la mostra “Raoul Dufy, da Martigues a l’Estaques”, e ad Aubagne, “Picasso ceramista” e “Il Mediterraneo”.

Da ricordare anche la TransUmanza, dal 18 maggio al 9 giugno, una grande marcia di uomini e animali in due diversi percorsi, che si riuniranno a Marsiglia il 9 giugno, il tutto accompagnato da una decina di serate tappa con proposte culturali, artistiche, degustazioni e incontri con personaggi.

Articolo pubblicato su Latitudeslife.com

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VIAGGIA IN EUROPA CON GLI SCAMBI INTERCULTURALI

Scoprire un paese europeo dall’interno, lasciandosi guidare da ragazzi e ragazze del posto con cui trascorrere un viaggio di gruppofrizzante e ricco di sorprese. Vite diverse ma molto simili, che si incontrano per socializzare, condividere le proprie esperienze e trovare punti in comune.

Se siete curiosi del mondo, non avete ancora compiuto 30 anni e siete sempre pronti per partire alla volta di nuovi orizzonti, il modo migliore di fare una vacanza low cost è partecipare a uno scambio culturale.

Non si tratta del solito viaggio per imparare una nuova lingua all’estero, ma di uno scambio per chi la lingua la usa solo per capire e farsi capire, aiutandosi con i gesti dove il vocabolario non arriva. Decine e decine di progetti sponsorizzati dal programma Giovani in Azione dell’Unione Europea con lo scopo di favorire la mobilità giovanile e la costruzione di una mentalità comunitaria nel rispetto delle singole identità, sono lanciati con scadenza regolare da diverse associazioni non profit.

Una settimana in Polonia dedicata ai diritti dei bambini, otto giorni sul monte Olympos in Turchia sulla danza e la coreografia, oppure in Spagna per approfondire la protezione ambientale. Uno scambio in Romania per discutere di razzismo e discriminazione, in Grecia per parlare di storia medievale, in Italia per indagare su teatro e multiculturalità. Organizzati da un Paese ospitante con la collaborazione di tutti i partecipanti al momento del loro arrivo, i progetti hanno come idea di fondo la sensibilizzazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni alle tematiche europee e all’apertura verso le altre culture.

E mentre si visita insieme una località, si ha l’occasione di conoscersi, discutere di tematiche più o meno serie e lavorare insieme al progetto comune. Sono opportunità davvero interessanti per chi è curioso di conoscere altre realtà e non ha paura di confrontarsi con chi ha abitudini diverse dalle proprie: esperienze uniche che aprono la mente, allenano lo spirito di adattamento e generano nuove amicizie.

Ho partecipato a uno di questi programmi lo scorso luglio a Erzurum, in Turchia, insieme a un gruppo composto da italiani, turchi, spagnoli, ucraini e armeni. Tra camping nella natura, canoa, arrampicata, butterfly watching e visite ai siti più interessanti della zona, ho potuto vedere come si vive realmente in quell’area, mangiare come loro, imparare qualche parola nella loro lingua e capire sfumature della loro cultura che non si apprendono sui libri. Non solo, ogni ragazzo ha condiviso le proprie tradizioni e idee, creando così un’atmosfera multiculturale deliziosamente stimolante.

Come partecipare:

Sul sito Scambieuropei si trovano tutti i bandi dei viaggi in programma, con una breve spiegazione e i contatti per l’iscrizione. È la redazione stessa che fa da tramite con l’Agenzia Nazionale per i Giovani dell’Unione Europea e le singole associazioni culturali e risponderà a qualunque dubbio o domanda. Per partecipare, basta compilare dei moduli, inviare il curriculum e scrivere una breve mail in cui spiegate il motivo per cui vi piacerebbe partecipare al progetto, ed è fatta. Vitto e alloggio per la durata del progetto e il 70% delle spese di trasporto sono coperte dai fondi del Dipartimento Gioventù dell’Unione Europea, mentre eventuali extra e il restante 30% sono a carico personale.

Articolo pubblicato su Latitudeslife.com