ERITREA A TAVOLA: VIVA LA SCARPETTA

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Frutto di un’armonica combinazione di sapori forti come la terra da cui provengono, la cucina eritrea non prevede una successione di pietanze. Tradizionalmente si mangia in un unico piatto, che ha come fondo la inijera, il tipico pane di farina di teff, lievitato ma sottilissimo, che fa letteralmente da base a tutti i pasti. Sopra, vengono adagiati legumi e carni nelle loro salsine speziate, che si impregnano nella sfoglia e si mangiano con le mani, facendo una “scarpetta” continua.

Il piatto forse più conosciuto è lo zighinì, uno stufato di carne accompagnato da verdure e guarnito dalla piccantissima salsa berberè, una miscela di spezie, tra cui peperoncino, zenzero, chiodi di garofano, coriandolo, pimento, pepe lungo, aglio e cipolla abbrustoliti, che insaporisce con il suo gusto inconfondibile tutte le pietanze della cucina eritrea. A fianco alla carne possono trovarsi lo scirò, una farinata di ceci cotta in un soffritto di cipolle e pomodoro, il tuntumo, lenticchie in umido, il bamia, verdure verdi simili ai nostri spinaci e l’aggià, grano pestato con pomodoro e curry.

PARTIRE: ERITREA SOFT, ERITREA WILD

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Eritrea soft

Con Afronine, un viaggio itinerante di 12 giorni per conoscere l’Eritrea e i suoi luoghi più significativi: la capitale, l’altopiano, le zone archeologiche, i paesi più interessanti dal punto di vista etnografico e la costa, con piacevole tappa alla spiaggia di Gurgusum. Partenze individuali da Roma o Milano, pernottamento in hotel con formula b&b.

Quota a partire da 1400 euro a persona.

 

Eritrea wild

Viaggi Avventure nel Mondo propone un itinerario attivo e spartano alla scoperta dell’Eritrea. Prima Asmara, poi via per le bellezze naturali, con il trekking sui Monti di Senafe, le visite ai siti archeologici, una mini crociera alle Isole Dahlak, e ancora visita al porto di Adulis, a Massawa e Keren. 16 giorni con pernottamento in locande, tenda e in barca, con partenza da Milano o Roma.

Quota a partire da 1660 euro a persona.

 

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DOVE ANDARE IN ERITREA: POSTI SI’ E POSTI NO

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Avventurarsi alla scoperta delle zone più remote dell’Eritrea potrebbe essere affascinante, ma non bisogna dimenticare di prendere alcune precauzioni.

La missione di pace delle Nazioni Unite si è provvisoriamente ritirata, ma nonostante la situazione politica relativamente stabile e la firma di un accordo di pace nel 2000, i rapporti con l’Etiopia restano tesi.

Nessuna controindicazione per i soggiorni nella capitale: Asmara e l’area circostante sono sicure. Qui, si trovano un gran numero di attrazioni turistiche, mentre nei dintorni si possono contemplare le basse pianure occidentali e le scarpate dei fiumi e delle valli. Sulla costa, gli amanti del mare e delle attività acquatiche possono fare snorkelling e immersioni nelle acque che circondano l’Arcipelago Dahlak, dove si trova una delle barriere coralline più belle del Mar Rosso.

Si possono visitare tranquillamente anche le città di Massaua, Decamere, Mendefera e Cheren, raggiungibili solo con un apposito permesso, anche se è consigliabile affidarsi a un’agenzia di viaggio qualificata.

Occorre prestare molta attenzione a visitare il nord del paese per l’alto rischio di trovare mine inesplose lasciate dalla guerra civile. Per farlo, occorre richiedere alle autorità locali una mappa precisa dei luoghi sicuri e farsi accompagnare da una guida locale.

Sono off limits, invece, le aree di confine con l’Etiopia e con il Gibuti.

Link utili: Viaggiaresicuri

Leggi il reportage “Eritrea. I tesori del Medeber” su Latitudeslife.com

ERITREA: IL CAFFE’ PIU’ LENTO CHE C’E’

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In Eritrea, così come in Etiopia, bere il caffè è un rito che può durare fino a due o tre ore. Questa usanza è un momento di condivisione, una cerimonia legata ai momenti di festa. Il caffè si offre agli amici e si beve in compagnia, ingannando la lunga attesa con qualche chiacchiera.

Ci vuole così tanto prima di riuscire a sorseggiare questa bevanda energetica, perché bisogna iniziare dalla tostatura. Una donna mette i chicchi in una scodella, la riscalda e la agita finché non si sente l’aroma deciso e piacevole del caffè. Dopo che tutti hanno annusato il profumino, si passa alla macinazione in un mortaio di legno. Il caffè macinato viene poi messo in un vaso speciale per la bollitura, detta jebena, una brocca in argilla tonda e panciuta alla base, con un lungo collo che termina in un beccuccio. Quando l’acqua è calda, viene aggiunto il caffè macinato e il tutto è portato a bollore. Il risultato è un liquido amaro e corposo, che la donna versa in piccole tazzine senza manico, filtrandolo con un panno di crine.

Ma non è finita: dopo tutta questa attesa, il caffè viene servito per ben tre volte. Il primo giro, più forte, si chiama awel, il secondo kale’i e il terzo bereka, che significa benedetto e, per fortuna, è l’ultimo.

Leggi il reportage “Eritrea. I tesori del Medeber” su Latitudeslife.com

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ERITREA BY BIKE: UNA PASSIONE A DUE RUOTE

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Chi arriva nella capitale eritrea non può fare a meno di notare la miriade di biciclette che circolano per la città. Uscendo poi verso la campagna, si incontrano file interminabili di pendolari delle due ruote, che ogni giorno vanno dai villaggi alla città e ritorno. In un paese povero con strade disastrate dalle guerre, la bici è il mezzo di trasporto più gettonato, ma è soprattutto oggetto di una forte passione popolare. Biciclette di tutti i colori, più o meno scassate, sfrecciano sotto il sole africano guidate da amatori e professionisti.

In un paese in cui la bici occupa un posto così importante, non potevano mancare le gare ciclistiche. Ad Asmara, la maggior parte delle competizioni si svolge in circuito su alcuni percorsi non molto lunghi, che rimangono chiusi al traffico e circondati da migliaia di spettatori, che pagano per vedere passare i corridori delle diverse categorie.  I proventi dei biglietti servono per finanziare tutto il movimento ciclistico eritreo: infatti, non solo il ricavato serve per rientrare dei costi di premi e spese varie, ma il 70% viene distribuito periodicamente fra i ciclisti per aiutarli a sostenere i costi che non sono certo alla portata di tutti.

Leggi il reportage “Eritrea. I tesori del Medeber” su Latitudeslife.com

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