SARDEGNA, PECORINO TECNOLOGICO

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La produzione di pecorino sardo è un rito antico realizzato ancora oggi da uomini che vivono in simbiosi col proprio gregge, isolati dal mondo. A Funtanazza, nel paradiso della Costa Verde, Mauro e Sandro Lampis producono pecorino e ricotta da agricoltura biologica seguendo le orme del bisnonno Pietro, che produceva formaggio già dalla metà dell’Ottocento. La storia prosegue con nonno Raimondo e quindi con babbo Pietro che, pur avendo visto l’uomo sbarcare sulla luna, mai avrebbe pensato che i figli Mauro e Sandro sarebbero stati fra gli allevatori più innovativi al mondo. I due giovani Lampis sono tra i primi a usare l’alta tecnologia nelle fasi di mungitura e monitoraggio del gregge e della produzione. E così, è normale a Funtanazza ritrovarsi tra le pecore con un PC tra le mani per valutare una serie di dati riferiti a ogni singolo capo di bestiame e produrre un pecorino squisito. “Fra tradizione e innovazione” è uno degli slogan più abusati, ma qui è la realtà dei fatti.

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SARDEGNA, LAME TASCABILI

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In terra sarda il coltello è qualcosa in più di un semplice strumento da lavoro e costituisce un elemento etnico identificativo, parte integrante dell’uomo come potrebbero essere i baffi o le scarpe. Basta entrare in uno dei tanti laboratori sparsi sul territorio per ammirare l’arte dei coltellinai.Nel segno del fuoco e del metallo, mani esperte rendono onore alla tradizione di questo oggetto, che in Sardegna ha segnato la quotidianità di pastori, contadini e minatori. Quando nel XVII secolo i regnanti spagnoli e piemontesi vietarono l’uso di coltelli a lama fissa, i coltellinai sardi iniziarono a produrre gli arresojas, coltelli a serramanico.Tipico della zona di Arbus è l’arburesa, il coltello con lama panciuta, manico ricurvo in un unico pezzo e fascette metalliche alle estremità, conosciuto anche come “gonnese” o a “foggia antica”. Comodo e resistente, si è diffuso molto nella zona perché utile per il lavoro dei pastori e per le pratiche venatorie.

Proprio ad Arbus si trova il Museo del Coltello e Paolo Pusceddu, deus ex machina di questa struttura, trasforma i coltelli in pezzi da collezione. L’ultima sua “perla” è un esemplare con lama “damascata” raffigurante la Natività. Se poi si ha la fortuna di vederlo all’opera nel suo laboratorio, anche nell’esecuzione di un lavoro semplice e per lui non troppo impegnativo, si scopre che la passione e l’ingegno creativo vengono prima della tecnica.

SARDEGNA, C’ERA UNA VOLTA UNA MINIERA

sardegna-miniere-1Sparpagliati sul Monte Linas, antichi villaggi abbandonati portano il segno di un tempo in cui la miniera era il motore dell’economia locale. Si chiamano Montevecchio, Ingurtosu, Canale Serci, Perd’e Pibera, Naracauli, e si sono svuotati dopo che l’ultima sirena ha annunciato la chiusura delle miniere nel 1991. Tutto è stato lasciato così com’era e l’atmosfera che aleggia in queste silenziose città fantasma ha un che di surreale. Dove un tempo lavoravano, vivevano, morivano migliaia di operai, oggi passeggiano indisturbate famigliole di cervi.

Tra le spiagge di Piscinas, Villacidro e Arbus, imponenti fabbricati, ferrovie, impianti di lavaggio dei minerali, pozzi, argani, teleferiche, officine raccontano la realtà cruda, dura, umanissima del microcosmo minerario. Alcune strutture sono state recuperate e permettono di entrare realmente in quel mondo: tutto è fermo e si respira il senso dell’attività di miniera. Altre, invece, sono corrose dal tempo e la loro decadenza è una traccia forte sul territorio, un segno della storia che sintetizza il cambiamento. Quello che era fonte di vita per migliaia di persone si è dissolto.

sardegna-miniereQuesti villaggi congelati a oltre vent’anni fa, sono oggi visitabili in un affascinante percorso di archeologia industriale, un itinerario guidato dalle guide del Consorzio Imprese Arburesi Organizzate C.I.A.O. Arbus. Dal Pozzo di San Giovanni a Piccalinna al Museo degli operai a Ingurtosu, il viaggio “archeo industriale” costituisce una via privilegiata per comprendere in profondità il territorio, la storia, le radici umane della parte occidentale del Medio Campidano.

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SARDEGNA ACTIVE

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A piedi

Sentieri, stradelli, carrarecce sono le tracce ideali per vivere al massimo questo lembo di Sardegna che merita di essere scoperto nei suoi grandi spazi e nella sua integrità, con attività all’aria aperta come il trekking. Camminare su altopiani, montagne e tratti di costa significa entrare nel cuore di questa terra selvaggia.

sardegna-trekkingAnche se generalmente i tracciati sono alla portata di tutte le gambe, spesso attraversano zone isolate, non coperte dal segnale per telefoni cellulari e lontane da centri abitati. Perciò è bene pianificare le escursioni studiando in anticipo il territorio e gli itinerari, equipaggiandosi con abbigliamento adeguato e con le giuste scorte di acqua e cibo. Le aree più suggestive da attraversare sono l’altopiano della Giara, il massiccio del Monte Linas e il Monte Arcuentu.

In bici

Strade poco trafficate, dislivelli limitati, grande varietà ambientale e clima favorevole gran parte dell’anno fanno di questo territorio una meta decisamente ambita dagli appassionati delle due ruote. La scelta spazia in ogni chilometro del reticolo di strade provinciali secondarie che mettono in collegamento i 28 comuni del territorio.

sardegna-bikePer chi ama la mountain bike, inoltre, è possibile pedalare su strade campestri, che permettono di scoprire gli angoli più remoti di questo spicchio di Sardegna. La segnaletica spesso è approssimativa o insufficiente, quindi è consigliabile munirsi di cartina stradale e chiedere alle persone del luogo in caso di dubbi. I periodi più indicati per pedalare in questa zona sono quelli compresi tra marzo e la prima metà di giugno e tra settembre e novembre.

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SARDEGNA, VENTO E MARE

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Nel sud ovest della Sardegna, orizzonti sconfinati di terra e mare sono percorsi da un vento inarrestabile e volubile, che profuma di mirto e di sale. È una terra arsa dai raggi infuocati del sole, che da queste parti non manca mai.

Sto parlando del Medio Campidano, una zona fatta di spiagge e monti, adatta per vacanze a contatto con la natura, lontano dal turismo di massa che affolla l’isola in estate. Dall’altopiano della Giara alla Costa Verde, questo territorio è un paradiso per chi cerca la tranquillità e lo sport in tutte le stagioni. Uscite in barca a vela, windsurf, jogging in riva al mare, trekking, mountain bike, escursioni in moto e a cavallo sono il modo migliore di vivere queste bellezze interminabili. E tra una nuotata e una corsa sul bagnasciuga, resta il tempo per le visite culturali e dell’enogastronomia, che da queste parti non mancano.

sardegna-piscinasL’entroterra del Medio Campidano è un territorio ricco di siti archeologici, grotte, villaggi minerari disabitati e antiche tradizioni da scoprire, battendo stradine di campagna e parlando con i pastori.

Le spiagge della Costa Verde si allungano per circa 50 km nel territorio di Arbus, tra selvagge dune di sabbia e rocce a picco sul mare. Una cartolina da sogno, a volte selvaggia, a volte più antropizzata, perfetta per lunghe passeggiate e bagni indimenticabili. Basta rivolgersi verso la terra per accorgersi dei monti, con i loro sentieri e i campi coltivati che guardano il mare.

Pianta curiosa e molto utile, la sagoma contorta degli alberi da sughero abbellisce le campagne di questo angolo di Sardegna. Noi ne conosciamo principalmente l’uso come tappi di bottiglia, ma nelle loro botteghe, gli artigiani dell’isola ne lavorano la corteccia per trasformare questo materiale leggero e bucherellato in soprammobili artistici e persino abiti.

sardegna-cavalliRespirare il vento salino e imbattersi in scorci di natura illuminati dal sole sono la cosa più entusiasmante e allo stesso tempo più normale che capita a chi viaggia in Medio Campidano. Il silenzio e il dolce tepore del tempo che si ferma si sentono ancora di più passeggiando in questo panorama di terra, dune di sabbia e mare, in sella a un impavido destriero. grazie alla vasta offerta di maneggi presenti in tutto il Medio Campidano, infatti, è possibile fare escursioni a cavallo, sulla spiaggia e lungo sentieri circondati da arbusti e mirto.

E in queste lunghe e rilassanti giornate, il vento soffia inarrestabile, a volte dolce come un sussurro, a volte impetuoso come una tempesta, l’angolo giusto per chi cerca la pace e l’energia di una terra ancora selvaggia, che resiste con orgoglio all’avanzare della velocità.