CAMARGUE, LA BELLEZZA DELLA LAGUNA

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Immense distese d’erba, specchi d’acqua calma, fenicotteri rosa, bianchi destrieri al galoppo, nuvole mosse dal vento. Tutto questo è la Camargue, oltre 80mila ettari di Parco Naturale Regionale stretto tra il delta del Rodano e il mare. Protetto dal 1970, ospita una fauna unica, tra cuicirca 400 specie di uccelli.

Saline e acqua nella parte meridionale, canali, allevamenti di tori e cavalli, canneti, un immenso stagno al centro, centri abitati, vigneti, coltivazioni di riso e asparagi a nord. Case basse, canali navigabili, tanta pietra, strade sottili, prati immensi, qualche bosco.

Con una macchina fotografica alla mano, basta uscire all’aperto per incontrare paesaggi così limpidi da meritare uno scatto. Ci si può addentrare nel parco con visite guidate, gite in barca, trekking, escursioni in bicicletta, quad o in auto 4×4, passeggiate a cavallo. Tanti modi per ammirare la travolgente natura di questa zona sospesa tra terra e mare.

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LA CAMARGUE DEI VILLAGGI

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Un viaggio in Camargue non può prescindere da toccare città famose come Aigues Mortes, sede delle omonime saline e storico punto di partenza della Settima Crociata nel XIII secolo, e Saintes Maries de la Mer, un borgo sviluppatosi intorno a una chiesa meta dei pellegrinaggi gitani e famosa per la presenza della vergine nera.

Ma se non vi va di zigzagare tra turisti di ogni nazionalità e affollati negozi di souvenir tutti uguali, noleggiate un’auto o una bicicletta e immergetevi nei paesaggi aperti della regione per scoprire villaggi ancora autentici.

Aimargues, con il suo castello sorto su un’antica fortezza romana, e la vecchia chiesa trasformata in mercato. Vauvert, un borgo rurale in mezzo ai vitigni con il castello che ogni estate si anima di musica e allegria grazie al festival del jazz. Saint-Gilles, al confine con il Languedoc, con i suoi edifici, la splendida abbazia e il castello.

Saint Laurent d’Aigouze, un piccolo villaggio storico, con il forte e il castello. Salin-de-Giraud, un borgo di duemila anime nato nel secolo scorso per un progetto industriale, che attira i turisti per i suoi insoliti fari.

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LITUANIA, COCKEREL CLOCK. APPUNTAMENTO VICINO AL GALLO

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A Šiauliai la gente usa darsi appuntamento in una piazza, sotto a un grande orologio quadrato, neanche troppo bello, su cui poggia un gallo metallico. Si chiama Cockerel, un simpatico simbolo della città situato all’incrocio tra Vilniaus e Tilžės. Da sempre gli abitanti di quest piccola cittadina nel nord della Lituania si incontrano qui per uscite romantiche o importanti meeting di lavoro. Serata galante? Affari da risolvere? Due chiacchiere tra amici? Ci vediamo nella piazza del gallo, facile. Tutti lì. Così la piazza è diventata un luogo di passaggio, di incontri, di sorprese. Uno di quei posti dove c’è sempre qualcuno ad aspettare.

Se prima la cosa era riservata ai locali, dal 2003 il Cockerel Clock è entrato in voga anche tra i turisti. Per rilanciare la zona in occasione delle celebrazioni del 767esimo anniversario della città, si è scelto di pubblicizzarlo come luogo d’incontro, dove darsi appuntamento per incontrare i compagni di viaggio o la guida turistica. E per raccogliere ancora più gente, il gallo ha iniziato a cantare. O meglio, parlare. Un altoparlante multilingua, infatti, invita i passanti a darsi appuntamento in piazza.

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LITUANIA A TUTTA BIRRA

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Per affrontare il clima freddo delle regioni baltiche, non c’è niente di meglio di un boccale di birra. In Lituania se ne producono molte, tutte di eccellente qualità, secondo una tradizione tra le più antiche in Europa, che si è sviluppata nei villaggi e nelle fattorie, paradisi del luppolo che hanno spinto il New York Times ha inserire il Paese tra i luoghi da visitare nel 2013. Esistono addirittura con tour ad hoc per scoprire la Lituania sorso dopo sorso.

Chiare, scure, rosse, bianche, amare, dolci, fresche, corpose, delicate, esagerate. Scegliere non è semplice, e allora tanto vale assaggiarle tutte. Si inizia con i marchi più prestigiosi, Svyturys e Kalnapilis, per poi passare in rassegna i birrifici artigianali con i gusti più ricercati. Malto aromatizzato, orzo, spezie, miele.

Impossibile resistere a una degustazione in locali come Avilys, a Vilnius, dove una selezione di birre speciali è accompagnata a piatti di carne. Ma la birra più famosa è la kaimiškas alus, originaria di Biržai, una piccola cittadina situata nel nord del Paese, a pochi chilometri dalla Lettonia. Qui si producono birre rustiche, fermentate con luppolo e malto locali, oltre a  ceppi di lievito propri, poco filtrate o non filtrate, che hanno tutto il sapore della campagna.

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INDONESIA IN CUCINA: RISO, SPEZIE E MOLTO ALTRO

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La cucina indonesiana è una delle più famose di tutto il continente asiatico. Ingredienti semplici e gusti delicati, accostamenti frutto delle mille contaminazioni di questa terra frammentata e abitata da una moltitudine di gruppi etnici. Ogni isola ha le sue specialità, e la parola d’ordine è provare.

Alimento base è il riso, detto nasi, che viene accompagnato da ogni tipo di condimento, piccante, speziato, agrodolce. Il piatto nazionale è il nasi goreng, ovvero riso bollito, passato in padella con verdure, carne di manzo o di pollo, pesce (gamberetti o granchio) e uova. Altri piatti della tradizione sono il nasi campur, riso condito con verdura, spezie e crostacei, il gado gado, un’insalata accompagnata con snack di gamberetti e condita con salsa di arachidi, e i sate, spiedini con salsa di arachidi piccante.

Tipici dell’isola di Giava sono il pollo fritto, ayam goreng, che prima viene fatto bollire con spezie e crema di cocco, il gudeg, che consiste nei frutti dell’albero del pane bolliti in crema di cocco e spezie serviti con pelle di bufalo bollita in salsa di peperoncino, pezzi di pollo, uova e sugo di carne. E poi il pesce, carpe alla griglia, gamberi, calamari al barbecue e insalata con salsa di gamberi e peperoncino.

È con lo street food dei banchetti nei mercati o sul lungomare che si fanno le esperienze culinarie più genuine: impossibile resistere a banane fritte cucinate sul momento. Tra i dolci, poi, va assaggiato l’es buah, uno strano misto di macedonia, cubetti di gelatina di frutta, sciroppo, riso soffiato e latte condensato.

Non dimentichiamo la frutta: mango, ananas, papaya, lychees rinfrescano il palato e cancellano l’effetto delle salse più piccanti.

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