SARDEGNA, VENTO E MARE

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Nel sud ovest della Sardegna, orizzonti sconfinati di terra e mare sono percorsi da un vento inarrestabile e volubile, che profuma di mirto e di sale. È una terra arsa dai raggi infuocati del sole, che da queste parti non manca mai.

Sto parlando del Medio Campidano, una zona fatta di spiagge e monti, adatta per vacanze a contatto con la natura, lontano dal turismo di massa che affolla l’isola in estate. Dall’altopiano della Giara alla Costa Verde, questo territorio è un paradiso per chi cerca la tranquillità e lo sport in tutte le stagioni. Uscite in barca a vela, windsurf, jogging in riva al mare, trekking, mountain bike, escursioni in moto e a cavallo sono il modo migliore di vivere queste bellezze interminabili. E tra una nuotata e una corsa sul bagnasciuga, resta il tempo per le visite culturali e dell’enogastronomia, che da queste parti non mancano.

sardegna-piscinasL’entroterra del Medio Campidano è un territorio ricco di siti archeologici, grotte, villaggi minerari disabitati e antiche tradizioni da scoprire, battendo stradine di campagna e parlando con i pastori.

Le spiagge della Costa Verde si allungano per circa 50 km nel territorio di Arbus, tra selvagge dune di sabbia e rocce a picco sul mare. Una cartolina da sogno, a volte selvaggia, a volte più antropizzata, perfetta per lunghe passeggiate e bagni indimenticabili. Basta rivolgersi verso la terra per accorgersi dei monti, con i loro sentieri e i campi coltivati che guardano il mare.

Pianta curiosa e molto utile, la sagoma contorta degli alberi da sughero abbellisce le campagne di questo angolo di Sardegna. Noi ne conosciamo principalmente l’uso come tappi di bottiglia, ma nelle loro botteghe, gli artigiani dell’isola ne lavorano la corteccia per trasformare questo materiale leggero e bucherellato in soprammobili artistici e persino abiti.

sardegna-cavalliRespirare il vento salino e imbattersi in scorci di natura illuminati dal sole sono la cosa più entusiasmante e allo stesso tempo più normale che capita a chi viaggia in Medio Campidano. Il silenzio e il dolce tepore del tempo che si ferma si sentono ancora di più passeggiando in questo panorama di terra, dune di sabbia e mare, in sella a un impavido destriero. grazie alla vasta offerta di maneggi presenti in tutto il Medio Campidano, infatti, è possibile fare escursioni a cavallo, sulla spiaggia e lungo sentieri circondati da arbusti e mirto.

E in queste lunghe e rilassanti giornate, il vento soffia inarrestabile, a volte dolce come un sussurro, a volte impetuoso come una tempesta, l’angolo giusto per chi cerca la pace e l’energia di una terra ancora selvaggia, che resiste con orgoglio all’avanzare della velocità.

LIGURIA MON AMOUR, FUORI STAGIONE

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Una striscia di costa stretta tra il Golfo dei Poeti e Portofino. Mare pulito, fondale profondo e sabbia scura, a volte sassi, tanti scogli e le montagne subito dietro. Non se lo fila nessuno questo angolo di Liguria.

Deserto in inverno e affollatissimo nei mesi estivi, il Tigullio è una zona che va apprezzata piano, weekend dopo weekend. Solo così si riesce a tagliare quella crosta rigida che protegge e isola tutto quello che è Liguria. Sono le montagne che proteggono dal freddo e dagli invasori, uno scudo che affronta e manda indietro visitatori indesiderati. Strade strette, pochi parcheggi e spiagge minuscole, accompagnate dal carattere sospettoso e brontolone tipico della sua gente. Ma la mezzaluna ligure è bella così, ruvida e difficile come le viene naturale.

Una corona di pinete e olivi arrampicati sulle colline terrazzate contrasta con il blu del mare, un blu scuro che nei giorni di mareggiata prende mille sfumature da quadro impressionista. Ad aggiustare il colpo d’occhio, i colori accesi delle case, gialle, rosse, rosa, verdi, con i contorni delle finestre dipinti e i panni stesi che ondeggiano al vento. Vento che spinge le barche e muove le nuvole, porta vita e riempie i polmoni di sale.

Meteo lunatico, pioggia e sole vanno e vengono come autobus in balia del traffico, e tutti lì ad aspettare il bel tempo. Appena qualche raggio fa capolino, muretti panchine e spiagge si riempiono di amanti della tintarella, come tanti girasoli orientati della giusta direzione.

Sestri Levante, Cavi, Lavagna, Chiavari, Zoagli, Rapallo, Santa Margherita Ligure. Presepi variopinti affacciati sul mare, custodi di una bellezza che dà il meglio di sé nelle limpide giornate fuori stagione, quando il cielo è terso e le strade vuote.

A bordo di un motorino, è bello perdersi tra le stradine strette dell’entroterra, fare a gara con i treni lungo la via Aurelia, la strada che collega queste perle con un accostamento irregolare di linee e curve, dove ogni tornante regala entusiasmanti cartoline da conservare negli occhi. E Portofino sta là, con il suo inconfondibile e rassicurante profilo a fare da sfondo a questo film.

Meta fissa di famiglie benestanti del nord – allo stesso tempo fonte di denaro e incubo di ristoratori baristi e negozianti – con la bella stagione il Tigullio si riempie di bagnanti, che ogni estate vengono qui con in testa i paesaggi di Sardegna e Seychelles, e ne restano delusi. Puntuale come un calendario, arriva poi una massa indistinta di turisti della domenica che, anonimi e chiassosi, invadono spiagge marciapiedi, passeggiata a mare e bar, per poi scappare via a fine giornata. Corridoi di gente, tavolini occupati e spiagge coperte da teli e ombrelloni, agosto non è certo un buon periodo per programmare una vacanza da queste parti. Meglio maggio, giugno e settembre, quando il golfo torna ai ritmi lenti di chi vive qui tutto l’anno.

Un caffè nella splendida Baia del Silenzio di Sestri Levante, baciati dal sole del mattino, il jogging tra Cavi e Lavagna, guardando Portofino, una passeggiata nel carruggio di Chiavari, a guardare le vetrine dei tanti negozi boutique, una boccata di aria pura sulla scogliera di Zoagli, arrampicati in riva al mare, un giro in moto sulle colline di Rapallo, due passi e un bicchiere di vino sulla promenade di Santa Margherita.

Le bellezze naturali della costa si affiancano alle stradine del centro storico, i carruggi lastricati e semi-coperti da portici, dove scovare interessanti negozietti, botteghe, trattorie e gastronomie. Basta attraversare la via giusta per venire attratti dall’inconfondibile profumo di focaccia, orgoglio ligure. Bassa, croccante e bucherellata da morbide fossette di strutto, la focaccia ligure si taglia a strisce e si mangia a tutte le ore del giorno, persino a colazione imbevuta nel cappuccino. Diversa dalla focaccia di Recco, che imbottisce due strati di sottile pasta da pizza con morbido formaggio fresco.

Il pesto, invece, è un’altra arte: verde come il basilico, insaporito da pinoli, olio, formaggio grattugiato e poco aglio, dà il meglio con le troffie, ma sta bene anche con gli gnocchi, nelle lasagne verdi e nel gustoso minestrone di verdure. Semplice come vuole la tradizione, la cucina ligure si apprezza in costosi ed eleganti ristoranti, ma soprattutto nelle tante trattorie senza pretese che si nascondono nei vicoletti più anonimi. Pesce fresco secondo la giornata, polpo con patate, frittelle di baccalà, ripieni di verdure, pansotti con la salsa di noci, torte salate e cima, un piatto povero e sostanzioso che si presenta in fettine ed è ricavato da una tasca di carne ripiena. Tra i dolci, la torta di pinoli e i ghiottissimi canestrelli genovesi, ricoperti da uno strato di zucchero a velo.

Tra gastronomia e natura, tra vita da spiaggia e giri in motorino, la Liguria è un gioiello da indossare con orgoglio. Sono nata da queste parti, ne sono scappata, e solo così ho imparato ad amarla. Atmosfera rilassata, paesaggi e clima che invitano a stare all’aria aperta, è perfetta per rigeneranti pause lontano dal chiasso del mondo e a contatto con le cose semplici.

RICE CAKE

Here’s a typical dish of my hometown, very easy to cook and delicious. It is called “torta di riso”: I tried a couple of days ago and it was a great success. There are many versions and every family has its own. Here’s my mom’s recipe.

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What you need

250 g parboiled rice
3 eggs
30 g parmesan cheese
250 g ricotta cheese
bread crumbles
aromatic herbs, majoram, oregano
salt
oil

How to prepare

Before starting to cook, turn on the oven at the maximum heat. Cook the rice in boiling water (remember to add salt) for 10-15 mins. Drain and put the rice in a big bowl. Add ricotta cheese, aromatic herbs, grated parmesan cheese, salt and the eggs.

Technically, you can add whatever you like to the mixture and try your personal variation: rice with peas, lettuce, ham, saffron, other kinds of cheese…

Mix well and put everything in a large casserole covered with oven paper. Level the mixture with a spoon but don’t press it too much. Sprinkle some bred crumbles on the whole surface to make a crispy crust and add three spoons of oil.

Put the casserole in the oven and cook it at 200° for half an hour. When you see it becomes yellowy and the borders are crunchy, it’s ready. Make it cool a bit and taste it. Here’s your lunch for today, and also for a couples of more days if you keep it in the fridge! Enjoy.

DOVE MANGIARE A PERUGIA: OSTERIA CON CUCINA LA LUMERA

Un’accogliente osteria con cucina, dove piatti deliziosi e originali tengono testa a una lunga e dettagliata carta di vini. Ambiente piccolo e caldo, tavolini in legno e tovagliette di carta, una botte accanto al bancone, questo locale fa sentire come a casa.

Appena fuori le mura che circondano il centro storico di Perugia, all’inizio di una viuzza che sale verso il quartiere dell’università, l’osteria La Lumera è un ristorantino invitante e onesto, dove assaggiare le prelibatezze che la terra umbra sa offrire.


Ricette del territorio
e prodotti di stagione rivisitati con qualche tocco d’originalità e sfiziosità curiose sono distribuite in pochi piatti, uno più invitante dell’altro. “Non conosco nulla che vellichi così voluttuosamente lo stomaco e la testa quanto i sapori di quei piatti saporiti che vanno ad accarezzare la mente preparandola alla lussuria”, si legge sulle tovagliette nelle parola di De Sade mentre si aspetta la portata successiva, e non sembra esserci niente di più vero di questa frase.

Si inizia con il gustoso pane casereccio da accompagnare con abbondanti porzioni di salumi e formaggi tipici o con un piatto unico di degustazione di presidi slow food, tra cui il puzzone di Moena, la fagiolina del Trasimeno e la pitina di capra alla griglia. Da assaggiare il patè di fegato alla perugina battuto al coltello e accompagnato da fette di mela verde e crostini abbrustoliti.

Tra i primi, spiccano gli umbricelli con guanciale e pecorino, ma anche i taglierini al ragù di salsiccia umbra, la cui pasta è ruvida al punto giusto e assorbe i condimenti così saporiti e genuini.
Sui secondi, poi, ci si sbizzarrisce con lo stinco di maiale al forno al ginepro e, per i più sfiziosi, il filetto di maiale alla griglia, avvolto in strisce di lardo locale e accompagnato da salsa al vino rosso, scalogno brasato e verdure.

Saranno le stampe antiche alle pareti, l’ambiente raccolto, la gentilezza dei giovani camerieri o il vino della casa, ma seduti a questi tavolini la fame sembra non passare mai.

Se c’è ancora un po’ di spazio per il dolce, meritano un assaggio il budino di patate e il semifreddo ai fagioli cannellini, servito con abbondante panna montata. Originali e delicati, per chi ama assaggiare piatti curiosi e fuori dagli schemi.

Dove: La Lumera, Corso Bersaglieri 22, Borgo Sant’Antonio, Perugia, tel. 075 5726181

Costo: antipasti sugli 8 euro, primi sotto i 10 e secondi intorno ai 15 euro, dolce a 4 euro. Si spende di più scegliendo vini particolari, ma lo sfuso della casa è ottimo. Il coperto è compreso nel prezzo.

Articolo pubblicato su Latitudeslife.com

 

MONTERIGGIONI DI TORRI SI CORONA: IL MEDIOEVO IN TOSCANA

Un tuffo nel passato, tra cavalieri, leggende e costumi medievali, nella splendida cornice della campagna toscana.

I primi due weekend di luglio il borgo medievale di Monteriggioni, situato lungo la via Francigena a nord di Siena, torna indietro di qualche secolo e si popola di dame e cavalieri, artigiani, nobili e popolani con i costumi tipici del medioevo con la festa “Monteriggioni di Torri si corona”.

Un centinaio di eventi illumineranno la città fortificata tra performance dal vivo, musica, danza, teatro e banchetti dove assaggiare gli antichi sapori della tradizione gastronomica locale. Ogni giorno a partire dalle 17, sfilate, duelli, cantastorie e spettacoliricreeranno l’ambiente e l’atmosfera di un villaggio medievale, curata dal direttore artistico Gabriele Tozzi, di Jobel Teatro.

Ci sarà anche una sezione dedicata ai bambini con laboratori didattici e giochi, spettacoli di giocolieri, marionette e la rievocazione di combattimenti in chiave teatrale, per un viaggio nel tempo tra sogno e fantasia, musiche e racconti.

Un’atmosfera suggestiva e avvolgente, che si sposa perfettamente con questo delizioso borgo circondato dalle mura a forma circolare, che “di torri si corona”, come scrive Dantenell’Inferno della Divina Commedia, e domina la campagna senese dall’alto di una verde collina.

Le vicende, i sentimenti e le atmosfere del Medioevo saranno ricreate con comparse di duellanti, cavalieri, tamburini, acrobati e cantastorie, rievocando fatti storici realmente accaduti che vanno dalla fondazione dell’Abbazia dell’Isola nell’anno Mille alla caduta del Castello, preambolo della fine della Repubblica senese.

Contribuiranno a ricreare l’atmosfera medievale ristoranti, taverne all’aperto e banchetti gastronomici, dovevino speziato e antiche ricette renderanno più autentico il viaggio tra i sapori del passato. Per l’occasione, inoltre, all’interno delle mura del Castello sarà allestito un mercato medievale con prodotti dell’artigianato locale.

Una curiosa iniziativa ormai giunta alla XXII edizione, per rivivere la storia di una regione dai paesaggistupefacenti, perfetta da abbinare a una giornata nella splendida campagna Toscana, tra terme e specialità enogastronomiche. Non molto lontano, non perdete un hamburger da Dario Doc.

Quando: 6-8 luglio e 13-15 luglio

Articolo pubblicato su Latitudeslife.com