STOCCOLMA D’ESTATE

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Gelida e buia in inverno, Stoccolma cambia volto in estate. Al primo caldo, la gente corre fuori, si scopre e va al parco, prende la barca e si stende in relax sulle rive del lago Mälaren.

Costruita su 14 isole e bagnata dalle acque dolci del lago Mälaren e da quelle salate del mar Baltico, la capitale svedese è attraversata dall’Ekoparken, il più grande parco nazionale cittadino al mondo: un immenso polmone verde a forma di arco che si estende per 10 km intorno e dentro la metropoli. Ma non c’è solo verde: tutto intorno, la città è circondata da spiagge, che in estate si riempiono di persone in cerca di tintarella.

A sud dell’isola di Södermalm si trovano alcuni dei lidi più belli, tutti circondati da giardini e viali alberati, ma anche un grande centro sportivo, ristoranti, bar all’aperto e docce libere.

Con tutta quest’acqua, non stupisce che a Stoccolma ci siano ben 80 club nautici. Bastano pochi minuti dal centro per raggiungere le sponde del lago o uno dei tanti canali navigabili che disegnano la città, tutti pieni di barche di ogni genere, kayak, windsurf, moto d’acqua e tutto di quello che può galleggiare.

Passeggiando per la metropoli, poi, non è difficile vedere barche affollate di persone con l’aria sorridente e un bicchiere in mano. Sono i bar galleggianti, curiosi chioschi allestiti su navi ormeggiate nelle isole principali.

SARDEGNA, C’ERA UNA VOLTA UNA MINIERA

sardegna-miniere-1Sparpagliati sul Monte Linas, antichi villaggi abbandonati portano il segno di un tempo in cui la miniera era il motore dell’economia locale. Si chiamano Montevecchio, Ingurtosu, Canale Serci, Perd’e Pibera, Naracauli, e si sono svuotati dopo che l’ultima sirena ha annunciato la chiusura delle miniere nel 1991. Tutto è stato lasciato così com’era e l’atmosfera che aleggia in queste silenziose città fantasma ha un che di surreale. Dove un tempo lavoravano, vivevano, morivano migliaia di operai, oggi passeggiano indisturbate famigliole di cervi.

Tra le spiagge di Piscinas, Villacidro e Arbus, imponenti fabbricati, ferrovie, impianti di lavaggio dei minerali, pozzi, argani, teleferiche, officine raccontano la realtà cruda, dura, umanissima del microcosmo minerario. Alcune strutture sono state recuperate e permettono di entrare realmente in quel mondo: tutto è fermo e si respira il senso dell’attività di miniera. Altre, invece, sono corrose dal tempo e la loro decadenza è una traccia forte sul territorio, un segno della storia che sintetizza il cambiamento. Quello che era fonte di vita per migliaia di persone si è dissolto.

sardegna-miniereQuesti villaggi congelati a oltre vent’anni fa, sono oggi visitabili in un affascinante percorso di archeologia industriale, un itinerario guidato dalle guide del Consorzio Imprese Arburesi Organizzate C.I.A.O. Arbus. Dal Pozzo di San Giovanni a Piccalinna al Museo degli operai a Ingurtosu, il viaggio “archeo industriale” costituisce una via privilegiata per comprendere in profondità il territorio, la storia, le radici umane della parte occidentale del Medio Campidano.

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SARDEGNA, VENTO E MARE

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Nel sud ovest della Sardegna, orizzonti sconfinati di terra e mare sono percorsi da un vento inarrestabile e volubile, che profuma di mirto e di sale. È una terra arsa dai raggi infuocati del sole, che da queste parti non manca mai.

Sto parlando del Medio Campidano, una zona fatta di spiagge e monti, adatta per vacanze a contatto con la natura, lontano dal turismo di massa che affolla l’isola in estate. Dall’altopiano della Giara alla Costa Verde, questo territorio è un paradiso per chi cerca la tranquillità e lo sport in tutte le stagioni. Uscite in barca a vela, windsurf, jogging in riva al mare, trekking, mountain bike, escursioni in moto e a cavallo sono il modo migliore di vivere queste bellezze interminabili. E tra una nuotata e una corsa sul bagnasciuga, resta il tempo per le visite culturali e dell’enogastronomia, che da queste parti non mancano.

sardegna-piscinasL’entroterra del Medio Campidano è un territorio ricco di siti archeologici, grotte, villaggi minerari disabitati e antiche tradizioni da scoprire, battendo stradine di campagna e parlando con i pastori.

Le spiagge della Costa Verde si allungano per circa 50 km nel territorio di Arbus, tra selvagge dune di sabbia e rocce a picco sul mare. Una cartolina da sogno, a volte selvaggia, a volte più antropizzata, perfetta per lunghe passeggiate e bagni indimenticabili. Basta rivolgersi verso la terra per accorgersi dei monti, con i loro sentieri e i campi coltivati che guardano il mare.

Pianta curiosa e molto utile, la sagoma contorta degli alberi da sughero abbellisce le campagne di questo angolo di Sardegna. Noi ne conosciamo principalmente l’uso come tappi di bottiglia, ma nelle loro botteghe, gli artigiani dell’isola ne lavorano la corteccia per trasformare questo materiale leggero e bucherellato in soprammobili artistici e persino abiti.

sardegna-cavalliRespirare il vento salino e imbattersi in scorci di natura illuminati dal sole sono la cosa più entusiasmante e allo stesso tempo più normale che capita a chi viaggia in Medio Campidano. Il silenzio e il dolce tepore del tempo che si ferma si sentono ancora di più passeggiando in questo panorama di terra, dune di sabbia e mare, in sella a un impavido destriero. grazie alla vasta offerta di maneggi presenti in tutto il Medio Campidano, infatti, è possibile fare escursioni a cavallo, sulla spiaggia e lungo sentieri circondati da arbusti e mirto.

E in queste lunghe e rilassanti giornate, il vento soffia inarrestabile, a volte dolce come un sussurro, a volte impetuoso come una tempesta, l’angolo giusto per chi cerca la pace e l’energia di una terra ancora selvaggia, che resiste con orgoglio all’avanzare della velocità.

LIGURIA MON AMOUR, FUORI STAGIONE

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Una striscia di costa stretta tra il Golfo dei Poeti e Portofino. Mare pulito, fondale profondo e sabbia scura, a volte sassi, tanti scogli e le montagne subito dietro. Non se lo fila nessuno questo angolo di Liguria.

Deserto in inverno e affollatissimo nei mesi estivi, il Tigullio è una zona che va apprezzata piano, weekend dopo weekend. Solo così si riesce a tagliare quella crosta rigida che protegge e isola tutto quello che è Liguria. Sono le montagne che proteggono dal freddo e dagli invasori, uno scudo che affronta e manda indietro visitatori indesiderati. Strade strette, pochi parcheggi e spiagge minuscole, accompagnate dal carattere sospettoso e brontolone tipico della sua gente. Ma la mezzaluna ligure è bella così, ruvida e difficile come le viene naturale.

Una corona di pinete e olivi arrampicati sulle colline terrazzate contrasta con il blu del mare, un blu scuro che nei giorni di mareggiata prende mille sfumature da quadro impressionista. Ad aggiustare il colpo d’occhio, i colori accesi delle case, gialle, rosse, rosa, verdi, con i contorni delle finestre dipinti e i panni stesi che ondeggiano al vento. Vento che spinge le barche e muove le nuvole, porta vita e riempie i polmoni di sale.

Meteo lunatico, pioggia e sole vanno e vengono come autobus in balia del traffico, e tutti lì ad aspettare il bel tempo. Appena qualche raggio fa capolino, muretti panchine e spiagge si riempiono di amanti della tintarella, come tanti girasoli orientati della giusta direzione.

Sestri Levante, Cavi, Lavagna, Chiavari, Zoagli, Rapallo, Santa Margherita Ligure. Presepi variopinti affacciati sul mare, custodi di una bellezza che dà il meglio di sé nelle limpide giornate fuori stagione, quando il cielo è terso e le strade vuote.

A bordo di un motorino, è bello perdersi tra le stradine strette dell’entroterra, fare a gara con i treni lungo la via Aurelia, la strada che collega queste perle con un accostamento irregolare di linee e curve, dove ogni tornante regala entusiasmanti cartoline da conservare negli occhi. E Portofino sta là, con il suo inconfondibile e rassicurante profilo a fare da sfondo a questo film.

Meta fissa di famiglie benestanti del nord – allo stesso tempo fonte di denaro e incubo di ristoratori baristi e negozianti – con la bella stagione il Tigullio si riempie di bagnanti, che ogni estate vengono qui con in testa i paesaggi di Sardegna e Seychelles, e ne restano delusi. Puntuale come un calendario, arriva poi una massa indistinta di turisti della domenica che, anonimi e chiassosi, invadono spiagge marciapiedi, passeggiata a mare e bar, per poi scappare via a fine giornata. Corridoi di gente, tavolini occupati e spiagge coperte da teli e ombrelloni, agosto non è certo un buon periodo per programmare una vacanza da queste parti. Meglio maggio, giugno e settembre, quando il golfo torna ai ritmi lenti di chi vive qui tutto l’anno.

Un caffè nella splendida Baia del Silenzio di Sestri Levante, baciati dal sole del mattino, il jogging tra Cavi e Lavagna, guardando Portofino, una passeggiata nel carruggio di Chiavari, a guardare le vetrine dei tanti negozi boutique, una boccata di aria pura sulla scogliera di Zoagli, arrampicati in riva al mare, un giro in moto sulle colline di Rapallo, due passi e un bicchiere di vino sulla promenade di Santa Margherita.

Le bellezze naturali della costa si affiancano alle stradine del centro storico, i carruggi lastricati e semi-coperti da portici, dove scovare interessanti negozietti, botteghe, trattorie e gastronomie. Basta attraversare la via giusta per venire attratti dall’inconfondibile profumo di focaccia, orgoglio ligure. Bassa, croccante e bucherellata da morbide fossette di strutto, la focaccia ligure si taglia a strisce e si mangia a tutte le ore del giorno, persino a colazione imbevuta nel cappuccino. Diversa dalla focaccia di Recco, che imbottisce due strati di sottile pasta da pizza con morbido formaggio fresco.

Il pesto, invece, è un’altra arte: verde come il basilico, insaporito da pinoli, olio, formaggio grattugiato e poco aglio, dà il meglio con le troffie, ma sta bene anche con gli gnocchi, nelle lasagne verdi e nel gustoso minestrone di verdure. Semplice come vuole la tradizione, la cucina ligure si apprezza in costosi ed eleganti ristoranti, ma soprattutto nelle tante trattorie senza pretese che si nascondono nei vicoletti più anonimi. Pesce fresco secondo la giornata, polpo con patate, frittelle di baccalà, ripieni di verdure, pansotti con la salsa di noci, torte salate e cima, un piatto povero e sostanzioso che si presenta in fettine ed è ricavato da una tasca di carne ripiena. Tra i dolci, la torta di pinoli e i ghiottissimi canestrelli genovesi, ricoperti da uno strato di zucchero a velo.

Tra gastronomia e natura, tra vita da spiaggia e giri in motorino, la Liguria è un gioiello da indossare con orgoglio. Sono nata da queste parti, ne sono scappata, e solo così ho imparato ad amarla. Atmosfera rilassata, paesaggi e clima che invitano a stare all’aria aperta, è perfetta per rigeneranti pause lontano dal chiasso del mondo e a contatto con le cose semplici.

TOSCANA, PILLOLE DI VERSILIA E SPIAGGE

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Aspettando l’estate, iniziamo a sognare il clima caldo e le lunghe distese di polvere bianca che sprofonda in un’acqua tiepida, che invita a correre e tuffarsi mentre il sole osserva tutto. Ecco una delle destinazioni della Toscana, tra le più comode da raggiungere per un weekend di relax.

Paradiso chic per vacanzieri da spiaggia e movida, la Riviera della Versilia è famosa in tutta Europa per gli ampi spazi di sabbia fine dorata, le piste ciclabili e i lunghi lastricati da solcare in piacevoli passeggiate sulla costa.

Da Forte dei Marmi a Marina di Pietrasanta, una lunga distesa di bagni privati dotati dei massimi comfort, dove il semplice lettino con ombrellone diventa un ampio gazebo con tende, divanetti e cuscini, dove si respira aria di sale abbinata a una comoda spensieratezza. Non solo tuffi, piste da biglie e sculture di sabbia, ma anche pomeriggi di shopping nei negozi chic del centro e nottate di baldoria sono i passatempi di chi sceglie la Versilia per trascorrere le ferie estive. Parcheggiata l’auto in garage, ci si muove a piedi e in bicicletta, passando dalla spiaggia al bar, dal gelato all’aperitivo.

Frequentata da famiglie con bambini e giovani nottambuli, la Versilia è il simbolo del divertimento per chi proviene dal nord e uno degli sbocchi sul mare per i toscani più modaioli. In ricordo del successo turistico post anni sessanta, la riviera lotta ogni anno per rinnovarsi e recuperare l’antico splendore, magari rilanciando zone meno conosciute come i comuni dell’Alta Versilia e le Alpi Apuane.

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