SICILIA: ETNA, UN VULCANO PER SPORTIVI

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L’Etna con i suoi pendii affacciati sul mare, la neve e l’erbetta, i sentieri e le piste da sci, e il clima del mediterraneo, è una location che mette voglia di praticare sport. Come se tutta questa bellezza attivasse l’adrenalina. Qui si competono gare automobilistiche, si pedala per terminare una tappa del Giro d’Italia, si corrono maratone estreme, si scia su 10 km di piste, lava permettendo. Ma soprattutto, l’Etna è l’ideale per il trekking e il nordic walk (quello con le bacchette in mano), due modi di viaggiare lento, assaporando ogni metro e ogni passo su questo colosso vulcanico.

Accompagnati da una guida esperta, si può scegliere se salire sui crateri sommitali e sbirciare nella bocca del gigante, oppure andare alla ricerca di fumarole e grotte sui fianchi del monte, se percorrere tutto il massiccio e raggiungere la Grotta del Gelo, famosa per il suo piccolo ghiacciaio, il più a sud d’Europa. Si può scegliere un tour didattico in geologia e scoprire i segni delle eruzioni passate, oppure studiare la conformazione e i mutamenti di questo vulcano a scudo, la cui sagoma è in continuo movimento.

 

Leggi il reportage “Etna. Smoke gets in your eyes” su Latitudeslife

SICILIA: ETNA, UNA ROCCIA DI FUOCO

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Massiccio e capriccioso con i suoi periodici sbuffi dorati che illuminano il cielo, l’Etna è il vulcano attivo più alto ed esteso d’Europa, e da poco è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità Unesco. Con la sua mole imponente che supera i 3300 m, domina il mare, le scogliere, gli uliveti e tutta la Sicilia orientale. La sua lava ha modificato il paesaggio e ogni tanto torna a farlo, distruggendo sentieri escursionistici, rifugi, piste da sci, funivie, campi coltivati e avvicinandosi alle zone abitate.

Tante le leggende e i miti con cui le genti, nei secoli, hanno cercato di spiegare le eruzioni regolari di questa roccia turbolenta e fumosa. È la forza irrascibile del mitologico gigante Tifone, è la fucina sotterranea di Vulcano, il dio del fuoco, o la fornace dove i ciclopi forgiavano le saette di Zeus, sono i venti che Eolo ha imprigionato in quella montagna con la punta bianca di neve. Affascinati dal vulcano e da questo paesaggio di boschi selvatici, prati e case, arrivano ogni anno un gran numero di turisti. Con guide specializzate e mezzi fuoristrada, si arrampicano alla ricerca di sensazioni e immagini memorabili, fino ai crateri più in vetta.

 

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RUNNING: DESERTO CHE PASSIONE

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Quando si dice deserto si pensa subito alle immense distese di sabbia gialla del Sahara, il deserto più grande al mondo, con le sue splendide dune cangianti, dove sanno orientarsi solo i beduini, che con i loro fedeli cammelli li attraversano come fossero autostrade. Affascinante, certo, ma davvero difficile correre in una location così, con i piedi che sprofondano e il percorso che cambia continuamente. Per non parlare del caldo.

Chi è alla ricerca di lande desolate da percorrere a piedi, qualche altro tipo di paesaggio lo si trova. Per esempio il Salar de Uyuniche, in Bolivia, è un’enorme distesa di sale, piatta come una tavola e vuota, oppure il deserto del Gobi, in Mongolia, che con le sue rocce che spuntano dalle dune di sabbia è detto “deserto di fiamma”.

Tra i deserti più affascinanti del mondo, poi, ci sono il meraviglioso Wadi Rum, in Giordania, il Deserto di Thar, in India, il Deserto di Atacama, in Cile, il luogo più secco del pianeta, il Deserto del Kalahari, nel Botswana, il Deserto del Mojave, negli Stati Uniti. E poi i deserti freddi, come quello della Patagonia, in Argentina, e l’Antartide.

 

Leggi il mio articolo “Il deserto, di corsa” su Latitudeslife

FUORILUOGO SLOVENIA: NATURA E BUON CIBO OLTRE CONFINE

Questa volta un viaggio individuale, io e il mio fotografo in auto alla scoperta della parte occidentale della Slovenia. Abbiamo pianificato tutto mesi prima insieme all’ufficio milanese dell’ente del turismo sloveno, dagli itinerari stradali alle escursioni nella natura, dagli hotel ai musei e alle cene in ristoranti tipici. Da Nova Gorica verso nord lungo la valle dell’Isonzo, poi lungo il lago di Bohinj e sul Monte Triglav, la vetta più alta della Slovenia, alla ricerca di piccoli borghi medievali lungo la strada per Ljubljana, nella regione delle grotte carsiche e infine sul mare, nella magica Pirano. Ecco i FuoriLuogo che ho realizzato per Latitudes durante questo tour di fine estate 2013.

Slovenia: Nova Gorica, piazza di confine

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Una piazza collega la Slovenia all’Italia, una spianata di pietre e cemento simbolo di una città divisa in due dalla storia.
Quando nel 1947 le potenze mondiali si riunirono a Parigi per ridefinire un equilibrio dopo mezzo secolo di contese in Europa, si decise di porre il confine tra i due stati proprio in mezzo a Gorizia, dando il via alla nascita di Nova Gorica, sul versante sloveno. Sorse quindi una cittadina sorella ispirata ai principi di Le Corbusier, la nuova casa di quei goriziani che si sentivano più sloveni che italiani.
Oggi chi abita qui è bilingue ed è abituato a vivere oltrepassando continuamente la frontiera, ormai solo simbolica in tempi di Unione Europea. A ricordarne il limite, una targa in ottone divide la piazza della stazione Transalpina di Nova Gorica. E così, è possibile stare in due posti contemporaneamente, con un piede di qua e uno di là.

Slovenia: Gole di Tolmin, lo smeraldo tra le rocce

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La strada che da Nova Gorica risale la valle dell’Isonzo, Soča in sloveno, regala scorci di cristallo verdazzurro ad ogni curva. Meglio conosciuto come Sentiero Smeraldo, l’itinerario turistico promosso dall’ente sloveno per valorizzare la zona, è una tentazione continua a fermarsi e scattare qualche foto. Ma il punto più affascinante si trova un po’ più in alto, arrampicandosi sulla montagna sopra alla città di Tolmin fino alle sue gole, le Tolminska Korita. Un canyon lungo circa 750 metri e profondo fino a 15 metri, con ripide pareti di roccia e muschio, scavato dal fiumeTolminka e dal suo affluente Zadlaščica nel punto più basso e meridionale del Parco Nazionale del Triglav. Un sentiero si snoda intorno a questa oasi di freschezza, attraverso un aerosol naturale di spruzzi ghiacciati che colorano l’aria tra rocce dalle forme più curiose, come la simpatica Testa d’Orso, una pietra triangolare con il vertice in giù, incastrata tra due pereti. Qui vicino si trova anche una piccola grotta orizzontale da dove sgorga una sorgente d’acqua termale. Ma il punto più bello è il Ponte del Diavolo, una struttura sospesa tra le pietre e l’acqua e l’unica via per raggiungere il vicino villaggio di Čadrg. Qui gli unici rumori sono  l’inarrestabile scorrere del fiume, il suo insinuarsi tra le rocce e il fruscio degli alberi mossi dal vento. Difficile crederle quando Petra, la giovane guida che ci accompagna, ci racconta che ogni estate Tolmin moltiplica esponenzialmente la sua popolazione in occasione di due eventi musicali di grande successo, il Metal Days e l’Overjam Reggae Festival, che portano un allegro frastuono poco lontano da qui.

Slovenia: il pranzo dello sportivo

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La valle dell’Isonzo è la location perfetta per praticare sport, e proprio qui a Tolmin, infatti, tra una settimana si svolgerà il festival degli outdoor sport. I pendii verdi, i boschi freschi, l’acqua limpida del fiume e le alte montagne che lo circondano invogliano chiunque a stare all’aria aperta. C’è chi inforca la bicicletta da corsa, chi la mountain bike, chi si butta nel fiume a bordo di una canoa, chi preferisce lanciarsi con il parapendio e chi semplicemente indossa le scarpe a corsa e inizia a sgambettare.
Stile di vita sano, aria buona e attività fisica non possono che accompagnarsi ad una cucina semplice ma sostanziosa. Come questo trio di taglieri che assaggiamo in una trattoria contadina a Zadlaz Cadrg, un piccolo villaggio a mezz’ora di auto da Tolmin, pardiso dell’eco-turismo. Tutto quello che arriva sulla tavola viene prodotto qui: formaggio fresco e stagionato, salumi, uova, ortaggi, farina. Veniamo accolti con un liquore dolcissimo ai mirtilli, il Borovnicke, che qui si usa offrire in segno di ospitalità. Poi si passa ai piatti: per iniziare, un formaggio saporitissimo, salame e prosciutto del Carso accompagnati da abbondnte pane. Poi la Skuta, una geometrica disposizione di patate lesse e tagliate a striscioline e formaggio fresco
Frika, acidulo al punto giusto. Segue un tortino di patate e formaggio, servito con pomodori e polenta. Per completare il pieno energetico, il dolce Jabolcni Zavitek, una deliziosa variante locale dello strudel di mele con noci e formaggio fresco, tutto a km zero.

INDIA: ORISSA, BIRDWATCHING E DELFINI AL LAGO

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In Orissa si trova uno dei migliori spot indiani per il birdwatching: il Chilika lake, il più grande lago salmastro dell’Asia e uno tra i più grandi al mondo. Un’enorme distesa di acqua salata circondata da un’oasi vegetale, il cui ecosistema fa da habitat a una ricca fauna, tra cui milioni di uccelli migratori. La superficie della laguna va da un minimo di 600 kmq nel periodo tra aprile e maggio a un massimo di 110 kmq nella stagione monsonica ed è separato dal golfo del Bengala da una striscia di sabbia lunga 60 km.

Santuario di biodiversità situato a circa 4 ore di auto da Puri sulla costa a sud della capitale, è famoso per il milione e più di uccelli migratori che durante l’inverno vi fanno tappa ed è rifugio di moltissimi altri animali. Gli amanti del birdwatching possono osservare oche selvatiche, anatre, aironi, fenicotteri rosa, oltre a specie rare come l’airone golia, il gambecchio becco a spatola e il limnodromo semipalmato. Noleggiando una barca vicino alla spiaggia di Satapada è possibile attraversare le basse acque della laguna e raggiungere le isolette al suo interno per raggiungere la riserva ornitologica di Nalabana Island. Navigando e ammirando la natura, poi, non è difficile avvistare i piccoli delfini Irrawaddy.

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